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Una Roba...

by Emile Zola


Quella sera faceva caldo e me ne stavo steso sul letto a guardare la televisione, all'improvviso mi chiama il telefono dal comodino con uno squillo imperioso. - Sì - rispondo - Ciao, Marcello, sono io, sono Roberto, come va? - ehm... bene e tu? che facevi? - Stavo per uscire, vorrei andare in quel posto nuovo, quella discoteca pub, come si chiama...? Il.. "Red Pepper" sì ! Credo che si chiami così o qualcosa del genere... vengono anche altri amici ti va? - Non lo so, sono stanco veramente... mhh... senti facciamo così va': ti richiamo io OK? - Vabene, ciao, un bacio, amore. - OK, ciao ciao. Continuo a guardare qualche video per qualche minuto poi mi alzo e vado davanti al mio computer, mi connetto e controllo se sono state pubblicate nuove foto di ragazzi nudi sul mio sito preferito... inserisco il codice d'accesso e in quell'istante mi squilla il cellulare, sul display appariva la scritta "Chiamata di Roberto - Rispondere?" Penso che due maroni! è ancora lui! - Sì, pronto? - Allora topino? Che hai deciso? Non mi vorrai mica fare andare da solo al Red Pepper! - Sì, OK, ma dammi il tempo, sto finendo un lavoro importante che devo consegnare domani mattina presto, ti chiamo io va bene? - Ma fai presto, però che io mi sono rotto le palle di stare in casa. - Ciao - Ciao - e tra me e me penso "non ne posso più." Intanto compare il messaggio sul mio monitor che mi dice NEW PICTURES. Gli dico di scaricarle e intanto mi alzo dalla mia postazione internet per andare a pisciare e mentre sono con l'uccello in mano intento a concentrarmi per fare uscire qualche goccia il mio computer mi avverte con un suono che sono arrivate le foto che avevo chiesto. Mi affretto davanti al computer e guardo le foto: solo tre. Nella prima c'è un ragazzino che sembra che abbia compiuto ieri diciott'anni e festeggi facendosi una sega... Ma no! Di nuovo il telefono, non è possibile! - Pronto! - Ma che cos'hai? Senti Marcello, ma sei sicuro che non ci sia qualcuno lì con te? Io continuo noncurante a guardare le mie foto, la seconda ritrae due bonazzi che si toccano i rispettivi pacchi. - Ma lascia stare Roberto, chi vuoi che ci sia? ...e la terza è una roba da giù di testa: un ragazzotto con una canottiera, un po' trascurato, non palestrato ma naturalmente muscoloso e ben formato, senza pantaloni che infila il suo uccello in bocca ad un'altro, carino ma un po' signorina, di cui si vede solo la faccia. - Ma insomma Marcello, mi vuoi cagare? ti sento assente... che stai facendo? - Te l'ho detto, sto finendo di scrivere una relazione che devo consegnare domani in ditta! Non è vero, ovviamente, sto continuando a fissare come un ebete quell'ultima foto che lentamente mi sta facendo gonfiare le mutande, mi passo la mano sul pacco e mi accorgo di aver lasciato la patta del jeans aperta. Mi infilo la mano e mi aggiusto il pisello che premeva contro le mutande e cominciava a farmi male, ma non vuole saperne di tornare a posto e continua a ingrossarsi come una bestia. Intanto la mia mente fantastica sul bonazzo della foto immaginando che sia lui a toccarmi il pacco. - Pronto... Pronto! Ci sei ancora? - Sì, scusa! - Vabbe' senti io esco allora poi tu fai quello che vuoi... ciao - No, aspetta! ci ho ripensato, esco con te ci vediamo lì allora? - Non mi passi a prendere? - Arrivo subito. Ciao - Ciao Balzo sul mio Mercedes e mi precipito a casa di Roberto col cazzo ancora barzotto - ero così così eccitato quella sera che mi sarei fatto il primo sfigato che mi capitasse a tiro - ma cerco di farlo stare giù onde evitare ulteriori menate da parte di Roberto. Lo carico e ci dirigiamo al "Red Pepper". Cazzo! C'è la fila fuori per le tessere del nuovo anno! Intanto Roberto mi si attacca al culo sussurrandomi le sue solite paroline all'orecchio. - Allora, ce la facciamo anche stasera una storia a tre? Eh? ti va? E io tra me "magari! così la finisci di rompere il cazzo!" Così entriamo e andiamo al bar. Roberto ordina una birra (ne ha già bevute tre o quattro prima, ne sono sicuro), io mi guardo intorno ma continuo a pensare al bonazzo della foto. Non c'è nessuno che mi attizza uguale in giro e io sto per perdere la speranza... Finirà come al solito a casa di Roberto a fare le solite due o tre cosette. Poi, tra i fumi delle sigarette, spingo lo sguardo verso la pista e cerco di mettere a fuoco... Guardo meglio... Non ci credo! E' lui... Canottiera bianca un po' sudata, muscoloso quel giusto, da muratore, non grosso ma scolpito come una statua greca, un po' trasandato, proprio il tipo che mi fa andar fuori di testa, esattamente come quello della foto... Me lo sento tirare subito nelle mutande, dò una gomitata a Roberto per fargli notare LA COSA e ci mettiamo d'accordo: ce lo facciamo entro un quarto d'ora. Passano tre ore prima di riuscire ad approcciare (Dai, Marcello, vai tu! No, Roberto, vai tu! No, vai tu! No tu!), finché è lui che si avvicina e chiede da accendere. Io credo di svenire, ma mi faccio forza e gli dico: - Sì, sì, ti faccio accendere, però andiamo nella dark che c'è meno corrente! ahah! E lui, che sta subito al gioco: - Corrente elettrica? ahahah! - E con l'aria sorniona: - OK, andiamo pure, per me non c'è problema. Non passa un secondo che siamo già al buio pesto, a farci largo tra mani, cazzi, sospiri e culi pelosi per trovare un posticino appartato dove io possa finalmente sfogarmi, non me ne frega più un cazzo se c'è anche Roberto o no, io devo farmi quel bonazzo! Lo sbatto contro la parete e dopo qualche istante di imbarazzo Roberto si decide a mettere una mano sul suo pacco, e lui mi infila la mano dentro la camicia per toccarmi i capezzoli. Poi scende lentamente sospirando e gemendo e mi sfiora la cinta dei calzoni... Ancor prima che arrivi al pelo, io ho già dato. Lui con estrema nonchalance continua a masturbarmi finché non mi ritorna duro. Mi sono completamente dimenticato della presenza di Roberto, ma è la prima volta che dopo cinque minuti che sono venuto mi ritorna in tiro a quel modo... Ora mi abbassa le mutande, io piego indietro la schiena, lui mi pianta la lingua in gola mentre strofina il suo uccello sul mio, cazzo, penso, una roba da giù di testa, nessuno bacia così bene... Comincia a leccarmi sul collo, mi succhia, so già che mi lascerà il segno ma non me ne importa, sono troppo eccitato, arriva ai capezzoli, mi fa morire, poi sulla pancia, mi perquisisce l'ombelico come se fosse una figa, la mano in mezzo alle chiappe che cerca tra il pelo... Poi me lo prende in bocca e io mi piego all'indietro, sento il suo dito su per il culo, il mio cazzo palpita contro la sua lingua, non posso trattenermi dal gemere di piacere mentre sento le sue dita spingere dentro il mio culo, sì, sì, balbetto, ancora , così, così... Finchè gli rovescio tutto quanto il mio sperma in gola e resto lì, aspettando che se lo beva fino all'ultima goccia. - Ci rivediamo? - mi sussurra all'orecchio poco prima di uscire. - Puoi starne certo. Quando Roberto mi telefonerà per uscire, sabato prossimo, credo proprio che mi verrà un'insopportabile emicrania.

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Una Roba...

Quella sera faceva caldo e me ne stavo steso sul letto a guardare la televisione, all'improvviso mi chiama il telefono dal comodino con uno squillo imperioso. - Sì - rispondo - Ciao, Marcello, sono io, sono Roberto, come va? - ehm... bene e tu? che facevi? - Stavo per uscire, vorrei andare in quel posto nuovo, quella discoteca pub, come si chiama...? Il..

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