Gay Erotic Stories

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Un Desiderio Realizzato

by L S


Avevo sempre provato una forte attrazione per lui. Fin da quando avevo cominciato ad uscire con lui e con i suoi amica (gentaglia, tutti bestemmiatori e semi-cannati) l'unica cosa che mi spingeva ad incontrarli era solo il fatto che lo avrei rivisto. Certo non mi rendevo ancora conto che era proprio lui l'oggetto del mio desiderio sessuale (non sapevo ancora di essere gay) ma intanto , ogni volta che tornavo a casa, dopo essere stato con lui, mi chiudevo in bagno e mi masturbavo furiosamente, pensando a lui nudo, così eccitato che il pene gli toccava la pancia, oppure me lo immaginavo disteso con le natiche aperte e i testicoli lunghi e pendenti che toccavano il divano di casa mia. E mi immaginavo il contatto col suo corpo, la sua lingua ruvida sulla mia faccia, dentro la mia bocca a cercare la mia. Oscar era veramente un bel ragazzo. Lo conobbi a 17 anni, lui ne aveva 18. Aveva i capelli a caschetto neri e lisci. Se li teneva raccolti oppure sciolti, nascondendo appena i suoi occhi, grandi e nerissimi. Il naso un pò shiacciato, ma non troppo, le labbra veramente carnose, ma non volgari, sempre umide, perchè aveva l'abitudine di bagnarsele tirando fuori la lingua (ed ogni volta che faceva questo, mi eccitavo a tal punto che avevo paura di avere un orgasmo lì davanti a lui). Il fisico era veramente stupendo ,da atleta. Le spalle ampie, le gambe muscolose e affusolate, il bacino stretto, il sedere sodo e molto rotondo. Sarà stato lato un metro e settanta. Non era molto peloso. Sul petto non aveva niente, e sulle gambe una leggera peluria bionda. Era sempre molto abbronzato perchè lavorava come bagnino in piscina. E fu proprio in piscina che lo incontrai per la prima volta. Me lo presentarono subito i miei amici. Era stupendo, alto, abbronzato, tutto nudo se non fosse stato per un costume nero a mutandina, molto attillato. Fin da quel giorno ebbi così modo di apprezzare la lunghezza del suo membro, che premeva sul costume come se desiderasse uscire e mostrarsi a tutti. In realtà era un tipo abbastanza riservato. Sempre circondato da amici, non parlava molto, sembrava molto serio. La cosa strana è che quel giorno, nonostante la quantità di maschi presenti in piscina, mostrò particolare attenzione per me, mi si sedette vicino, sul mio stesso asciugameno, parlandomi molto di lui e chiedendo di me. Le sue gambe molto spesso toccavano le mie, potevo sentire i suoi peli contro i miei. Ero eccitatissimo e avevo paura che si vedesse. Non escludo anzi che lui l'abbia notato, perchè mi guardò e mi sorrise spesso, mostrando una fila di denti bianchissimi che risaltavano sul viso scuro. In quella occasione feci di tutto per toccarlo il più possibile, le spalle, il petto senza che naturalmente lui capisse il mio vero desiderio. Subito dopo cominciammo a vederci praticamente tutti i giorni e diventammo molto amici. Ebbi modo di scoprire che non era sempre così serio come poteva sembrare. Una volta eravamo a casa sua e aveva messo su un film porno. Dei suoi amici c'era chi si masturbava, chi coglieva l'occasione di guardare il corpo del'amico, chi si confrontava la lunghezza del cazzo, chi faceva a gara per sborrare di più. Oscar non stava facendo nulla, stava seduto a guardare la scena, quasi godendo solo di quella vista. Ma ad un certo punto si alzò, finse agli occhi degli amici di essere frocio, mi prese da dietro e fece la mossa di incularmi. Tutti ridevano, ma io non mi ribellavo, perchè sentivo il suo cazzo duro (anche se protetto dai jeans) che toccava le pareti del mio culo. Presi tutto come uno scherzo. Ma poi a casa pensai: era eccitato.... forse mi desiderava davvero...ma no...forse era solo eccitato per la situazione... In ogni modo non molto tempo dopo accadde un altro fatto importante. Eravamo andati a mangiar fuori io lui ed un suo amico. Alla fine ci andammo a sedere su una panchina in un angolo buio dei giardini pubblici. Era mezzanotte. Lui e il suo amico, spalmati sulla panchina, si fumarono con lunghe boccate una sigaretta. Poco dopo il suo amico se ne andò. Ci fu un lungo momento di silenzio, in cui Oscar, con la testa alta appoggiata allo schienale della panchina, sembrava contemlasse il cielo e le stelle. Ad un certo aunto mi sorrise, in un modo tale che dovevo aspettarmi qualche sua stranezza... Ed infatti si alzò, si tirò giù i pantaloni della tuta, poi le mutande e rimase con il giubbotto che gli copriva tutto. "Guarda Gigi" disse( mi chiamava sempre così) "questo è il culo". Per un attimo con le mani si allargò le natiche, e la luce di un lampione illuminò il roseo buco del suo culo e ed una leggera peluria nera. Poi si sedette a gambe aperte e si tirò su il giubbotto fino a scoprire le grosse ed umide palle. " Hai visto che belle palline che ho?" e cominciò ad accarezzarsele a lungo. Io ero parlizzato. Si mise una mano sotto il giubbotto per prendersi il cazzo, se lo tocco un pò, poi premette la sua cappella contro il giubbotto, per farmi intuire quanto era lungo. Poi visto che io ero sempre immobile (e come potevo muovermi, non riuscivo neppure a respirare) mi disse: "guarda che questa volta me lo meno davvero...) e cominciò con la mano ad andare su e giù, gli occhi semichiusi, la bocca aperta. Dopo un po' il suo corpo fu tutto un fremito, le vene del collo gli si ingrossarono, cominciò a mordersi le labbra furiosamente. Ma non venne. Ad un tratto si fermò e mi disse: "guarda Gigi che se vuoi vederlo io non ho problemi". Io non risposi nulla. "Io ti faccio vedere il mio se tu mi fai vedere il tuo." Non so perchè, ma in quel momento io dissi: "vedremo un'altra volta". La situazione non mi piaceva ed inoltre mi aveva preso alla sprovvista. Ma due giorni dopo Oscar venne a casa mia. Era un caldo pomeriggio di giugno, eravamo soli. Lui era vestito in tuta, era ancora tutto sudato perchè veniva da allenamento di calcio. Entrò e si spaparanzò sul divano, con i piedì all'insù, le gambe aperte. "Non è che per caso possiamo vedere un film pompa? Ho voglia di farmi una sega" "Possiamo masturbarci insieme" io gli dissi, già tutto eccitato. Sveltò si spoglio, rimanendo in maglietta, e seduto sul divano, con i peli dell'ano che strisciavano sui cuscini, cominciò a menarselo. Io feci altrettanto, mentre le mie attenzioni erano assorbite tutte da quel pene grossissimo. Il suo cazzo era leggermente curvato a destra, lungo, ricco di grosse vene. La cappella era di un viola intenso, era grande e umida e la pelle non riusciva a contenerla, scoppiava fuori e primeggiava su tutto. Le palle, come ho già detto, erano grosse, non pelose. Molti erano invece i peli, ricci e sottili, che coprivano tutta la parte superiore e arrivavano in una stisciolina sottile fino all'ombelico. Ad un certo punto si sedette vicino a me e mi disse:"Gigi, perchè non ce lo meniamo insieme?" Allungò la sua grande e affusolata mano e mi srinse il cazzo. Io ero già in estasi e mi dimenticai del suo pene, sentivo solo sul mio una mano calda e umida. "Forza Gigi, ci sono anch'io" disse. Allungai la mano e afferrai la sua bestia. Appena lo toccai, lui ebbe un gemito di piacere e i suoi occhi si chiusero. I nostri due corpi ora si toccavano, il mio bianco e il suo divinamente abbronzato. Eravamo in perfetta simbiosi. Ci fermavamo quando l'eccitazione era troppa, proseguivamo insieme, ognuno dipendeva dall'altro, ognuno decideva quando e come far godere l'altro. Saremmo venuti presto, ma fui io che mi staccai per primo e gli allontanai la mano. " Oscar, io non resisto più, ti desidero da mesi, ho voglia di fare sesso con te." Gia mi ero pentito di aver pronunciato queste parole, ma Oscar mi rassicurò:" ma certo Gigi, potevi dirlo subito". Mi fece un grande sorriso e allargò ancora di più le gambe, con il suo cazzo bagnato in mezzo, quasi ad invogliarmi. Avvicinai le labbra alla sua cappella. Subito il sapore di maschio, acre, salato, mi invase la bocca. Cominciai con la lingua a leccare la cappella, con la punta andai dentro i due buchini , già pieni di una leggera sostanza bianca, poi proseguii col filetto e lungo tutto il membro, su e giù. Durante tutto questo trattamento Oscar non riusciva a stare fermo, muoveva la lingua, sospirava, mugolava, mi toccava i capelli e con le mani indirizzava il mio viso e la mia bocca lungo il suo cazzo. Ma quando arrivai alle palle, e cominciai a succhiaglierle e a mordergliele come un pazzo, lui mi disse che se avrei continuato sarebbe esploso. Allora mi formai e gli dissi di alzarsi. Volevo sentire il gusto di tutto il suo corpo. Cominciai a leccargli la pancia e l'ombelico. Mentre gli mordevo i molli capezzoli con le mani possedevo tutta la superfice delle sue lisce e sode natiche. Andai giù con la lingua, lungo tutte le muscolose gambe, lasciando una striscia di saliva che lucidava i suoi muscoli, infine arrivai ai piedi e glieli leccai , succhiandone le dita. Gli ordinai di girarsi a pancia in giù con le gambe aperte. Gli aprii le natiche e avvicinai la bocca al suo dolce e piccolo buchino. Lo baciai, sentendo i peli sul naso e sulle guancie. Poi tirai fuori la lingua e cominciai ad addentrarmi con la punta dentro quel territorio inesplorato. Sentivo i muscoli anali contrarsi e dilatarsi, in bocca avevo un sapore di intimo, nell'aria c'era odore di sesso e di cazzo, misto al sudore di Oscar. Ormai conoscevo Oscar completamente. In tutto questo tempo si era comportato come un docile amante, quasi un servetto, ma ora arrivava il suo momento. Infatti, dopo che ne ebbi abbastanza del suo culo, mi chiese se poteva penetrarmi. Io dissi di no ma lui mi accarezzo il viso e mi sorrise ,contemporaneamente accarezzandomi le natiche, ed io non riuscii a resistere. Mi fece mettere in ginocchio. Con una mano mi aprii il sedere, con il dito dell'altra cominciò a preparare il terreno. Ma quali muscoli anali avrebbero resistito al suo pene? Lentamente appoggio la cappella sul buchetto, contemporaneamente masturbandomi l'uccello con una mano. Molto lentamente cominciò a spingere, allargando il buco sempre di più, finchè tutta la cappella non fu dentro. Ma quando tentò di proseguire, non resistetti più (mi faceva male, ma non lo volevo dire per non deluderlo) e feci per sfilarmi da lui. Ma Oscar entrò nuovamente dentro di me , con energia, dicendomi :" forza, apri, ci siamo quasi". Finalmente, con un mio urlo, la resistenza si ruppe e tutta la lunghezza di quella dura carne si fece spazio dentro di me. Sentivo la sua cappella dentro la mia pancia, le sue palle ormai toccavano le mie natiche e mi sembrava di essere penetrato da un toro. Ma gli urli bestiali di godimento di Oscar, le sue mani sul mio pene mi procurarono nuova eccitazione. Venni di colpo. Eruttai sborra lungo le mie e le sue gambe, e tutta la sua grande mano era piena del mio seme. Oscar uscii da me esausto, ma non era ancora venuto. Si leccò un dito per assaggiare il mio seme, sorrise e disse di alzarmi. Vidi il divano completamente bagnato di sudore, e anche il corpo abbronzato di Oscar era sudato e la sborra risaltava sulle sue scure gambe. Mi si avvicino di nuovo, con una mano mi aprì la bocca ci infilò il cazzo e disse:"forza, fai venire anche me" Cominciò ad andare su e giù dentro la mia bocca, con movimenti delle anche e del sedere. Sentivo il suo pene fin dentro la gola, la cappella con i due buchini da cui presto sarebbe uscita una valanga di neve calda. Ma il lo fermai, gli imposi di sedersi e gli leccai il cazzo a modo mio. Aveva una voglia immensa di venire, era esausto, ma io non glielo permettevo. Finalmente con un ultimo risucchio l'orgasmo venne. I suoi lineamenti erano ora più che mai tesi ed eccitati. Eruttò come un pazzo, lavandomi la faccia e riempiendomi la gola. Io ingoiai tutto. Era buonissima, sapeva di maschio, sapeva di Oscar. Finalmente si buttò sul divano, sfinito. Aveva l'espressione di chi e soddisfatto. Rimanemmo in silenzio io e lui, nudi sudati e abbracciati. Infine lui si alzò e mi disse:"grazie, gigi". Mi diede un ultimo bacio, assaggiando con la lingua il seme che mi aveva appena dato. Si rimise la tuta in fretta e mi salutò. Non mi sembrava vero, l'avevo posseduto, era stato mio, finalmente il mio desiderio era diventato realtà. E la realtà era infinitamente più bella.

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