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La scelta di Rocco

by Mizu


I. Le abitudini. II. I cambiamenti. III. La scoperta. IV. Il sesso. V. La scelta. Cap. I Le abitudini. Rocco e’ un uomo tutto d’un pezzo. Un bell’esemplare di maschio: due occhioni blu, una bocca carnosa, belle mani ed un fisico atletico. Rocco lavora come impiegato ed é un impiegato modello. Mai un ritardo, mai un’assenza e continuando cosi’, 35enne puo’ aspirare, in qualche anno ad un posto da dirigente nella stessa ditta dove sta’ da piu’ di dieci anni. Rocco ha le sue abitudini. Appena sveglio la mattina fa una lunga e sonora pisciata. Poi si siede sulla tazza del cesso e si alleggerisce gli intestini, si pulisce il culo con 3 rettangolini di carta igienica ripiegati su loro stessi. Mai 2 o 4, ma sempre 3. Si fa la doccia, si rade, e quando si mette gli slip, si aggiusta il pacco davanti lo specchio con un certo compiacimento. La natura l’ha dotato d’un bel cazzo grosso che domina due grandi palle. E’ dai tempi dell’adolescenza che ne va’ fiero, ma alle donne tutta ‘sta’ lunghezza pare non interessare molto. Dopo essersi vestito prende il caffe’ con 7 biscotti al cacao; si lava i denti e va’ in ufficio. Durante la settimana ha ancora degli appuntamenti fissi: il martedi’ in palestra, il mercoledi’ al cinema, il venerdi’ al pub con gli amici di vecchia data, il sabato mattina il calcetto con i colleghi o con gli amici, il sabato sera ed il giovedi’ se possibile, una bella scopata con la ragazza di turno; poi la domenica a pranzo dalla mamma ed il pomeriggio se c’é, la partita alla tele o alla radio, quasi mai allo stadio. E questo da anni. Ha un piccolo appartamento di due stanze, bagno e cucina all’ultimo piano di cui paga ancora il mutuo. Le vacanze, quelle di un mese, l’estate, possibilmente al mare; ma molto dipende dalla tipa con cui sta’. E gia’ le donne... Sono state sempre un piccolo problema per lui. Ancora non ha capito quale sia il suo tipo, se mai puo’ esistere il tipo ideale. La durata massima di una relazione e’ stata di 24 mesi, ma di solito molto meno. Un po’ perche’ loro, le donne, non sopportano queste abitudini cosi’ scandite, un po’ perche’ lui, quando vede minacciato questo suo mondo tranquillo, comincia a fare lo stronzo e finisce la relazione in un paio di settimane. E si! Perche’ anche dopo un anno passato insieme anche la più indipendente o femminista comincia a parlargli di vivere insieme, di prendere casa piu’ grande ed in un paio di casi anche di far figli, cosa che per il momento e’ fuori questione. Rocco e’ un tipo particolare e nonostante queste piccole manie nella quotidianita’, ha qualcosa dentro per cui si innamora facilmente. Spesso succede che vuole finire una storia che non promette nulla di buono per lui; cosi’ la prima settimana fa’ lo strano, la seconda confessa ( mentendo ) di essersi innamorato di un’altra, la terza ci sono pianti e scenate e infine la quarta torna ad esser libero. La tecnica é collaudata: meno di un mese per finire senza appello una relazione esaurita. Comunque, se lo ripete sempre, meglio scassarsi i coglioni da solo che in due. Nei periodi di celibato, meglio le seghe che le puttane: cosa troppo scomoda ed impegnativa: chiedere le tariffe, farlo in macchina o peggio all’aperto ... A casa sua o di una di loro non gli piace: sembra troppo ‘intimo’. Di trovarne una fissa non gli e’ mai passato per la mente perche’ in un certo modo sarebbe una specie di relazione. Meglio un bel segone aiutato dalle tante riviste e dagli innumerevoli video porno che tiene gelosamente custoditi in uno scaffale chiuso a chiave. La chiave e’ in un’altra scatolina nel cassetto del comodino. Altro punto fermo della sua vita e’ sora Erminia, la sua dirimpettaia, una vecchia arzilla di un’eta’ indefinita ma che e’ piu’ sui 90 che sugli 80, ma “ se li porta tanto bene “, le dicono tutti ... E’ nata una sorta di amicizia silenziosa tra i due. Brevi incontri sul ballatoio, in ascensore o addirittura fuori in strada: qualche sorriso e al massimo un commento sul tempo. Condividono la vista della cucina, del bagno e della minuscola stanza da letto dato che l’architetto ha voluto metterli di fronte, a specchio su un’esiguo cortile, o sarebbe meglio dire una specie di budello di cemento tappezzato di finestre lungo cui si involano gli odori o le puzze a seconda i casi. Uno sfiatatoio che divide appena le persone dello stesso piano. Sulla strada danno invece le finestre del grande salone: sora Ermina su una strada, Rocco sulla parallela. Tutto va’ per il meglio: Rocco ha una nuova fidanzata, Monica: una ragazzotta semplice e spontanea, col capello tinto di un porpora esagerato e con due tette ( vere ) da perdercisi in mezzo. Il culo e le labbra sono anch’esse un trionfo di opulenza e erotismo. Per gli amanti del genere ... A dire il vero non e’ il suo tipo: tanta, troppa, rumorosa ed molto estroversa. Ma Monica s’e’ fatta apprezzare sguazzando nell’ordine del suo compagno. Ha stretto amicizia con la madre, lo accompagna in birreria, va’ alla partita di calcetto e si dimena facendo il tifo, guarda con lui la partita e addirittura vuole che lui la scopi anche il lunedi’, giorno che e’ rimasto libero nella programmazione. Unica pecca di Monica, come d’altronde delle altre, che nonostante sia piu’ larga di maniche riguardo ai pompini (o sarebbe meglio dire di bocca), cioe’ li faccia piu’ o meno volentieri, di ingoiare la sborra del suo uomo proprio non ne vuol sapere. E si ! Perché Rocco ha due fisse: fottere alla pecorina e farsi fare pompini con l’ingoio. Rocco quando fotte, chiude gli occhi e fa’ smorfie strane, e cosi’ di infilarlo quando lei sta’ a quattro zampe lo fa’ sentire piu’ libero di concentrarsi sul piacere: c’e’ solo lui, il suo cazzo ed un buco caldo e bagnato. Il pompino con l’ingoio, chissa’, una mania che fin dall’adolescenza lo intriga. Da ragazzetto ci si e consumato la mano destra ed il membro ispirandosi dall’iconografia porno, non avendo a quei tempi altre possibilita’. Rocco pero’ non e’ un bruto, la tenerezza la dimostra in altri momenti ed in altri modi: non sempre pero’ viene capito. Ma dicevamo ... Va’ tutto bene, almeno fino a quella settimana dove tutto precipita rapidamente. Cap. II I cambiamenti. Rocco non ha mai messo le tende alla camera da letto, perche’ tanto la sora Erminia ha alzato una cortina di vari tessuti fatta da tanti strati quanti i suoi anni. E lui dorme così bene con la luce che se n’e’ sempre fregato, nonostante qualche protesta da parte delle sue ragazze. Un martedi’ sera, rientrando a casa dalla palestra, vede che le tende della sua vicina sono state legate e che nell’appartamento c’e’ gente mai vista che si agita. Preoccupato, suona per chiedere informazioni; gli apre una ragazza, che gli dice: ” La zia Erminia e’ morta ...”. Rocco rimane di stucco, in fondo a se pensava davvero che quella vecchietta fosse eterna, o che almeno durasse quanto il Colosseo, nonostante tutto. Due giorni dopo, i funerali. Si prende una mattinata libera, ed in mezzo a gente sconosciuta, dietro i suoi occhiali da sole versa qualche lacrima. Che strano, quando era morto prematuramente suo padre, Rocco non era neanche adolescente e nonostante avesse sofferto come un cane non aveva pianto. Lo fa’ ora, con piu’ di vent’anni di ritardo, conscio che quelle lacrime non sono proprio tutte per la vicina di casa. Ma la vita continua ... ... E lunedi’ sera Monica vuole la sua razione di cazzo. “L’hanno gia’ affittato l’appartamento ? “dice Monica mentre sul letto con una mano si massaggia la tetta sinistra e con l’altra fa’ lentamente su e giu’ sul cazzo mezzo duro di Rocco. “ Non saprei ...“ risponde quasi mormorando. “ Ora che lo stanno ridipingendo non e’ il caso che metti le tende ?!” ribatte lei. “ Siii !!! Con calma ...Dai ... Ma parliamo di altro... Anzi non parliamo di niente ... Eh ?! . Dai leccamelo un po’, il gelatone...“. Rocco chiude gli occhi non appena sente la lingua calda che gli lecca la cappella. Le labbra gli si stringono intorno all’asta e cominciano un lento su e giu’che lo fanno gemere senza ritegno. Il sangue si riversa con rapidita’ nel sesso, che diventa durissimo. Con un movimento di gamba, Monica pero’ si piazza sopra di lui in un 69, continuando il suo bravo pompino, con la sua fica proprio sopra la faccia di Rocco che apre gli occhi e bisbiglia: “ Dai... lo sai che non mi piace ...”. “ Ma se non l’hai mai fatto come fai a sapere che non ti piace” ribatte lei lasciando la suzione dell’uccello di Rocco, che risponde: “ Ma si che l’ho gia’ fatto e mi fa’ schifo ...”. “Ma non l’hai mai fatto con la mia calda passerina, amore mio ...”. “ Si! Perche’ tu ce l’hai d’oro la passera ! ... Guarda me l’hai fatto ammosciare ...” dice lui liberandosi da quella posizione. “ Quando io ti pompo ti va’ bene, ma una leccattina a me non me la dai mai ....il signorino ... e vorresti pure che ingoiassi ... voi uomini...”. Rocco si ingrugnisce ed il suo uccello si fa’ minuscolo. “Non e’ aria stasera, l’ho capito. Ci si sente domani e fatti passare l’incazzatura ...” fa’ Monica con una durezza mai mostrata nei sei mesi passati insieme e rivestendosi fa’ “ Ciao bello ...”. “Aho ! ‘Ndo vai ?!...Scusa ma ...” non fa’ in tempo a finire che la porta gia’ sbatte e lei e’ fuori. Improvvisamente il silenzio. Rocco rimane cinque minuti seduto sul letto, senza muoversi guardando la finestra di fronte che non dista piu’ di tre metri. Sta’ pensando a suo padre, a Erminia che non c’e’ piu’. Poi spegne la luce e si addormenta. Sta’ pisciando mentre é seduto sul letto, ma il flusso non si arresta. L’urina comincia a coprire tutto il pavimento; continua ad uscire ininterrottamente dal cazzo moscio e gia’ la stanza comincia a riempirsi rapidamente, centimetro dopo centimetro tanto che il liquido gia’ gli arriva alla pancia. Ma non e’ piscio, neanche sperma, ma un liquido trasparente vischioso dall’odore nauseabondo che continua a salire di livello finche’ non gli arriva al collo, alla bocca, al naso, agli occhi che pero’ restano aperti. La testa e’ sommersa ma riesce a vedere tutto e nella stanza illuminata galleggiano alcuni oggetti. Poi all’improvviso appare un neonato che nuota, come quelli delle pubblicita’ dell’acqua minerale, poi un’altro, poi un’altro ancora: sono tutti intorno a lui, una decina, e lo guardano facendo delle bollicine dalla bocca. All’improvviso Rocco non riesce piu’ a respirare mentre i neonati gli sorridono felici. “ Aaaahhhhhh !!!!!!!!!!!!! ” urla... Rocco si sveglia e capisce che e’ solo un sogno, anzi un incubo. Fa’ ancora notte ed e’ tutto bagnato di sudore. “ Calma ! Un’incubo, non era nient’altro che un’incubo ! ” si dice da solo. Ma gli e’ chiara una cosa: con Monica deve finire al piu’ presto: si e’ stancato di lei. La tecnica e’ collaudata e la relazione in meno di tre settimane finisce. Ora Rocco e’ solo e c’e’ solo la sua mano destra a soddisfare il suo bisogno di sesso. E’ sabato sera; prende la chiave dalla scatola ed apre lo scaffale, sceglie alcune riviste che non ha sfogliato da tempo, le apre sulle pagine che piu’ gli piacciono: sborrate su bocche spalancate, fighe prese da dietro proprio come piace a lui. Ne mette cinque o sei sulla meta’ del letto e poi in ginocchio sull’altra meta’ comincia un mega segone. Con la sinistra si impugna le palle e le tira verso il basso mentre con la destra, dopo averci sputato sopra comincia un su e giu’ deciso. Sente che l’uccello si ingrandisce, si indurisce nella mano che lo stringe: una goccia di liquido gli imperla la cappella . All’improvviso con la coda dell’occhio vede che la luce nella camera da letto dell’appartamento di fronte si accende, si gira: c’é un ragazzo moro con uno scatolone in mano. Gli sguardi si incrociano stupiti. E’ questione di secondi, ma Rocco capisce che l’altro l’ha visto con l’asta in una mano e le palle nell’altra e nonostante ora si copra il sesso con ambedue e’ pur sempre nudo in ginocchio sul letto e in piena luce. Il ragazzo di fronte, posa lo scatolone e con le mani alzate, le palme verso di lui, fa’ una smorfia mo’ di scusa e lascia la stanza. Rocco diventa rosso e si rende conto della sua coglionaggine; dell’essersi fatto sorprendere in una posizione tanto intima da uno sconosciuto che probabilmente e’ il suo nuovo vicino. Ma il danno oramai e’ fatto. Spegne la luce nella stanza e dopo essersi rivestito in velocita’ va’ a scusarsi. Gli apre un ragazzo che forse ha la sua stessa eta’, moro, con degli occhi nocciola dove spicca una profondissima pupilla nera. “ Scusa tantissimo “ biascica Rocco passando per tutte le tonalita’ del rosso, “ non sapevo che l’appartamento fosse gia’ abitato...”. “ Scusa tu, avrei dovuto avvertire ... Ma sono entrato stasera: gli operai hanno finito ieri di ridipingere... Non ti preoccupare, ogni tanto una sega me la faccio anch’io...” dice con un sorriso e una voce calda e rassicurante. “ Non so che dire ...” risponde Rocco ancora paonazzo. “Io sono Mirko, e tu ?!” porgendo la mano. “Rocco...” che riprende un colore sanguigno quando si rende conto che la mano con cui stringe quella del suo vicino e’ la stessa che poco prima stringeva il suo cazzone; e che non si e’ lavato. Ma tutto e’ stato cosi’ rapido e inaspettato che non e’ riuscito a riflettere sul da farsi. Ma anche questa volta il danno e’ oramai fatto. Spera solo che Mirko non stia pensando la stessa cosa... “Piacere...” fa’ Mirko con un sorriso che stavolta sembra malizioso. Rocco balbetta: “ Se ti va’ di prendere una pausa, magari vieni un attimo a bere qualcosa da me ...”... “Ok ...” risponde l’altro. Cosi’ fanno conoscenza. Mirko e’ architetto presso uno studio affermato della capitale, ha un anno meno di Rocco ed e’ single, non si specificando piu’ di tanto perche’ e percome. I due chiacchierano tranquillamente tra un bicchiere di vino e l’altro: Rocco pensa che e’ fortunato ad avere un vicino simpatico, apparentemente tranquillo e non troppo formale.. Sorprende se stesso ad osservarlo: proprio un bell’uomo. Il fisico e’ asciutto, la pelle leggermente olivastra sembra vellutata, i capelli cortissimi sono di un castano scuro che qua e la’ e’ sporcato da qualche pelo bianco; lo sguardo vivo di quegli occhi noisette con il bordo scuro che tanto ricorda i paesi del Nord d’Africa, e’ a momenti tagliente, a momenti dolce. Si discorre in modo superficiale, come si conviene a due persone che si sono appena conosciute, “ Cerchero’ di mettere delle tende al piu’ presto possibile, ma sai dopo tanti anni che non ne ho avuto bisogno, ho pensato che non fosse una priorita’... “ fa’ Rocco. “Fai con calma, tanto io non ho problemi ... Poi tanto le dovro’ mettere anch’io, anche se se magari non le chiudero’ spesso: vedere il cielo mentre sto’ sul letto mi piace davvero troppo ...” Rocco si sente rassicurato, non solo il suo nuovo vicino e’ una persona piacevole, ma pare condivida anche qualche sua idea. Passa qualche giorno: Mirko e Rocco si salutano ogni tanto dalla finestra della cucina ma in camera da letto non si vedono piu’ dalla prima sera forse perche’ hanno orari differenti. Rocco si sveglia abbastanza presto la mattina, mentre Mirko fa’ le ore piccole lavorando al computer in salotto e dorme fino a tardi. Finche’ ... Cap. II La scoperta. E’ venerdi’ sera. Rocco vorrebbe andare al pub, ma decide di restare a casa: Sandro, un amico, gli ha detto che ci sara’ pure Monica e a lui proprio non va’ di incontrarla. Almeno per ora. Cosi’ si stravacca davanti alla tele e beve piu’ di un paio di vodka. Poi decide di rollarsi una canna, cosa che fa’ di rado, e quando succede, solo nei fine settimana. Le trasmissioni fanno tutte cagare e cosi’ infila nella bocca del videoregistratore una cassetta che gli ha prestato Sandro, un film di David Lynch. Il mix vodka+canna+Lynch ha uno strano effetto su Rocco che a meta’ del film rinuncia alla visione visto che non ci capisce piu’ niente e si sente un po’ di fuori... Si alza e a luci spente va’ verso il letto per allungarsi un po’. Si sdraia nudo sulla schiena con le mani incrociate dietro la testa. Guardando nel buio della sua stanza, si accorge che da quella di Mirko arriva della luce irregolare e tremolante: delle candele. Rocco si siede sul letto e guarda nell’appartamento di fronte. Diverse luci ed ombre danzano sui muri ma non si vede altro: il materazzo dove dorme Mirko e’ sul pavimento. Allora Rocco preso da una curiosita’ inaspettata prende una sedia e la piazza accanto alla finestra facendo attenzione a non essere visibile se qualcuno guarda nella sua direzione. Sale sulla sedia e cerca di sbirciare dove dovrebbe essere il letto del suo vicino. Da quella posizione piu’ elevata solo una parte del giaciglio e’ visibile, ma quanto basta per mostrare i due corpi: uno e’ allungato sul materazzo mentre l’altro, a quattro zampe ha la testa tra le gambe del primo. “ Mirko che sta’ a fa’ robba ...” pensa Rocco sorridendo, e mentre la mano sinistra si posa sul muro, con la destra non puo’ far a meno di scendere verso il suo sesso che ha cominciato a risvegliarsi. Si scopre voyeur. Nella fioca luce di una candela la figura a quattro zampe continua a fare su e giu’ con la testa in un’inequivocabile pompino, mentre Rocco, nudo, col cuore che batte forte, in piedi sulla sedia, si comincia a smanettare l’uccello che oramai e’ quasi duro. Se lo stringe e poi sputandosi nella mano se lo mena tenendolo tra il pollice e le altre quattro dita. L’aria si riempie del suo odore di maschio. Ad un certo punto la figura che spompinava si solleva in ginocchio: e’ Mirko che con il dorso della mano si pulisce la bocca ... Rocco rimane di stucco perche’ pensava che fosse la donna a stare a quattro zampe ... “Ma allora la donna e’ quella allungata ...” pensa, e poi “ Ma allora perche’ quel su e giu’ ...” col cazzo ancora in mano che pero’ perde un po’ del suo turgore. L’altra persona si solleva anch’essa in ginocchio, ma e’ un uomo ... Rocco per poco non cade dalla sedia, ma continua a guardare nascosto nell’ombra. Mirko e l’altro si baciano a lungo. Poi Mirko si gira, mentre l’altro guarda verso il basso e sembra armeggiare con le mani; poi si avvicina con il petto alla schiena di Mirko e con un movimento gli si incolla addosso e comincia a fare dei movimenti che sono inequivocabili. Sta’ inculando Mirko. “ Cazzo santo ! Ma ...” a Rocco si inceppano i pensieri ma continua a guardare. Mirko solleva le braccia e con le mani prende la testa dell’altro che gli morde il collo e poi le orecchie. L’amplesso continua e Rocco e’ sempre li’, in piedi sulla sedia con il cazzo che ora e’ duro, durissimo e nonostante la sorpresa, sente un calore dentro e non puo’ evitare di armeggiare con il suo membro che pulsa. E proprio mentre i due si allungano sul materasso sparendo parzialmente alla vista, Rocco sente l’orgasmo arrivare, irrefrenabile e violento come non mai. Il primo forte schizzo colpisce il vetro della finestra con un rumore sordo, gli innumerevoli che seguono cadono a terra mentre le sue gambe tremano. Passato il momento di frenesia, guarda fuori della finestra, ma e’ tutto buio: la candela e’ stata spenta. Allora si mette seduto sul letto con la schiena al muro cercando di riprendersi, ma la testa gli gira e le idee restano confuse. “ Che mi succede ?!?!” si chiede scuotendo la testa, “ Adesso godo guardando due recchioni che fottono ?!?!” “ Porca puttana pero’ ! Ho goduto in modo pazzesco ...” “ Non capisco ... Com’e’ successo ?!?! ” Intanto la stanza di fronte sembra vuota. Rocco si alza, al buio cammina inavvertitamente sul proprio seme vischioso e oramai freddo, ma non se ne preoccupa; in cucina apre il frigo e prende la bottiglia di vodka che e’ ancora quasi piena e ritorna a letto. Non riesce a dormire e spera che un po’ d'alcool gli conciliera’ il sonno. Si sveglia improvvisamente; ha ancora la bottiglia in mano, ma e’ vuota. Sta’ male, sente come qualcosa che gli sta’ montando dallo stomaco: capisce allora che sta’ per vomitare. Si alza con uno sforzo enorme, perche’ si sente debole e gli duole la testa, a luci spente, raggiunge il bagno, si inginocchia davanti alla tazza del cesso, la abbraccia e ci riversa dentro quei liquidi amari ed acidi che gli sono rimontati in bocca. Ha quasi le lacrime agli occhi, ma l’essersi liberato da quel veleno lo fa’ sentire appena meglio; rimane in quella posizione per qualche minuto, poi si alza, si sciacqua la bocca e barcollando raggiunge la camera e si riaddormenta subito. Alle 09h30’ suona la sveglia. Rocco, quasi riemergendo da un’altro mondo si guarda intorno con aria persa. Il cranio gli pesa in maniera esagerata, la mano destra e’ sporca di sperma secco, come pure i peli del pube e quelli delle cosce vicino alle palle mentre per terra c’e’ una bottiglia vuota e le impronte dei suoi piedi. Si volge verso la finestra socchiudendo gli occhi per meglio tollerare l’intensita’ della luce e’ li vede la sedia, le macchie per terra da cui partono le sue impronte: allora tutto gli riviene alla mente, tutto. Lo sguardo cerca nell’appartamento di fronte, attraverso il vetro sporcato dal suo schizzo vigoroso; ma dall’altra parte niente, nessun segno di vita. Riguarda l’orologio: le 09h37’ ... “ Cazzo ...” “ Sabato mattina! Alle 11h00’ c’e’ calcetto ...” pensa. Cerca di alzarsi rapidamente, ma appena in piedi tutto gli gira intorno e si sente di schifo. Si riallunga e si mette a guardare il soffitto: e’ stanchissimo. Prende il telefono e chiama Sandro. “ Aho ! “ ... ... “ ‘Nsomma “ ... ... “ Devo aver mangiato qualche schifezza ieri e poco fa’ mi so’ vomitato pure l’anima ... “ ... “ Infatti ... non me la sento proprio ...” ... “ Si ... salutami gli altri ... “ ... “ Ok, ci sentiamo dopo ... ” E richiude gli occhi. Verso mezzogiorno si sveglia, si sente meglio. Fa’ colazione, mette a posto il disordine e pulisce quel suo liquido organico secco sparso un po’ per casa ... Si fa’ la doccia e finalmente, anche se la testa e’ ancora pesante, riflette alla notte appena passata. Non appena le immagini riappaiono nella sua mente, ecco che il suo organo si gonfia e in pochi secondi e’ gia’ mezzo duro. “ Merda !!! “. A Rocco la cosa non piace e dopo essersi fumato una sigaretta si rimette a letto, col cuscino sulla testa e pensa a cose che gli facciano passare l’eccitazione. La prima cosa che gli viene in mente e’ la figa pelosa ed umida di Monica che gli goccia in faccia, nel naso, in bocca e negli occhi. Poi la portiera dello stabile, un donnone tutto tondo di almeno 100 kg x 150 cm, con dei capelli ricci decolorati che le incorniciano un bel viso paffuto dove si fatica a scorgere due occhi piccolissimi di un grigio spento. Eccola li’ che si lecca le labbra cicciotte con fare voluttuoso, ma la sua lingua e’ di un grigio-verde. Si alza la vestaglietta a fiorellini mostrando una sottoveste nera da cui spuntano due gambone che finiscono con due minuscoli piedi. Girandosi, si alza la sottoveste, si china, e non portando biancheria mostra a Rocco un culo flaccido. Si allarga le natiche enormi e pendenti con le dita salcicciose e ostenta il buco attraverso il quale, alla sua eta’, saranno passate tonnellate di escrementi. L’idea dell’odore degli escrementi lo riporta a un ricordo lontano e sgradevole, addirittura di quando era bambino. Stava giocando coi cuginetti a nascondino nella macchia dietro la casa di campagna della zia, quando, correndo era scivolato in mezzo ad un cespuglio. Cadendo aveva messo le mani avanti, ma queste erano finite su una carogna di cane piena di vermi. Sporco e tra le lacrime era corso a casa, e nonostante la zia si fosse occupata di lavarlo piu’ volte con cura, il puzzo dell’animale morto gli era rimasto per piu’ giorni come stampato nelle narici . Il cazzo ora e’ moscio. Rocco si tiene il cuscino sulla testa e borbotta: “ ‘Fanculo tutti ....”. E si lascia nuovamente rapire dal sonno. Cap. III Il sesso. E’ sera e nell'appartamento di Mirko tutto tace . Rocco e’ in uno stato di ipoestesia, mangia qualcosa e poi si mette davanti la tele; toglie l’audio e comincia uno zapping lento ma continuo. E anche la domenica arriva con il rituale pranzo da mamma’. Cinzia, la sorella maggiore, che doveva venire a pranzo coi due pargoli ha avuto un contrattempo e cosi’ Rocco rimane solo con la madre che pero’ ha cucinato per un reggimento. Dopo pranzo si parla un po’ del piu’ e del meno e la madre omette ogni riferimento a Monica che non vede da qualche settimana; tanto ha capito: anche con quella il figlio non ha legato. Peccato, anche se un po’ volgarotta le sembrava una donna di cuore. Al momento dei saluti la madre gli dice: “ Portati questa teglia di lasagne avanzate, le devi solo mettere in forno, che io da sola non posso mangiarle ... Pensa, sono rimaste pure quelle cotte, a me basteranno...” Il primo pensiero di Rocco e’ che anche lui e’ solo, poi si ricorda che sabato non e’ andato a fare spesa e quindi accetta senza troppi complimenti. “ Grazie mamma ....”. Tornando a casa, mentre aspetta l’ascensore, ecco che il portone si apre e dei passi lo raggiungono: e’ Mirko che rientra da chissa’ dove. “Ciao ! “ fa’ con un sorriso accattivante. “ Ciao ! Come va’ ?! “ gli risponde Rocco che sorprende se stesso a squadrarlo da capo a piedi. Quelle ciglia lunghe e nere, le sopracciglia ben disegnate, la bocca carnosa e leggermente umida e quegli occhi cosi’ profondi. Rocco si sente strano, emozionato e non sa’ bene perche’. Ma ecco che in ascensore dalla bocca gli escono delle parole che non gli sembra proprio di aver pensato: “ Ti piacciono le lasagne ? ”. Mirko stupito gli risponde sorridendo: ”Si ... perche’ ?! ...”. “ Beh ! Vedi questo qui ...” fa’ Rocco mostrando il pacco che ha in mano, “ Ce ne sono per sfamarci per due giorni ... fatte in casa ... roba buona, anzi buonissima ... se ti va’ stasera vieni a cena da me ...” Mirko rimane un attimo in silenzio, ancora piu’ sorpreso di prima ma poi con uno scintillio negli occhi ed il solito sorriso irresistibile risponde: “Si certo ! Volentieri ! Porto il vino ? “. Rocco rientra a casa, appende le chiavi e rimane un po’ immobile davanti allo specchio. E poi a voce bassa: “ Rocco, Rocco mio, ma che ti succede ?!?!?! Cazzo, ma perche’ hai invitato quello a cena, che te ne frega a te, e poi ... Cristo! Quello e’ pure frocio”. Ma l’attimo di tentennamento dura poco. Rocco controlla che in casa sia tutto a posto, prepara la tavola e poi si sbraca sul divano e dopo aver fumato una sigaretta si lascia andare a diversi pensieri. Il tempo passa. Suonano alla porta. Rocco apre e c’e’ Mirko con tre bottiglie di rosso. Sono presto a tavola: la pasta al forno e’ sublime, la conversazione e’ brillante e Rocco sta’ proprio bene, e’ rilassato: forse l’effetto del vino corposo che sta’ bevendo. Ogni tanto alle narici gli arriva l’odore di Mirko, un profumo spezziato che a momenti ha il tono forte ed acido dello zenzero e a momenti quello morbido ed avvolgente dello zafferano. Si mettono piu’ comodi, Rocco stravaccato sulla poltrona e Mirko sul divano. E ancora una volta dalla bocca di Rocco escono parole che lo sorprendono: “ Ti ho visto l’altra sera con il tuo ragazzo ... ”. Gli occhi sono fissi in quelli dell’altro; Mirko, irrigidito non sorride piu’ e con una voce inaspettatamente fredda risponde: “ Non e’ il mio ragazzo. Ti ho detto che sono single ... E poi ... Forse ti crea problemi il fatto che due maschi scopino tra loro. Vero ?! “. Questa volta e’ Rocco che sorride: ” No! Davvero ...Volevo solo che tu sapessi ...” quasi scusandosi, “ Cioe’ ...” “ Mi sono anche eccitato ...” e abbassando lo sguardo, “ per me e’ una cosa nuova ...”. Ma in tanto il suo membro prende vita e diventa visibile nei suoi leggeri pantaloni di lino. Mirko abbozza un sorriso e dice: “ Su ! Vieni qui ...”. Rocco si alza e lentamente si avvicina a Mirko che lo prende per i fianchi con le mani, e guardandolo negli occhi gli apre la cintura, sbottona i pantaloni e li tira giu’, fin sotto le ginocchia. Gli slip blu di Rocco sono gonfi all’inverosimile, con il membro tutto da un lato, e dove si indovina la punta c’e’ gia’ una macchia di bagnato. Le azioni si susseguono lentamente. Mirko comincia a strusciare le labbra, le guance e poi l’intero viso sulla stoffa tesa provocando sussulti di piacere nell’altro. Gli slip scivolano giu’ raggiungendo i pantaloni e l’asta scatta dritta colpendolo sul viso, ma questo apre la bocca e ci fa’ entrare la punta gia’ scappellata, gli ruota la lingua intorno mentre con una mano cerca di serrare le due grosse palle; la mano libera accarezza l’interno delle cosce. Comincia un movimento di va’ e vieni lentissimo. L’intensita’ dell’azione lascia Rocco senza parole e quasi senza fiato; con le mani prende la testa che lo sta’ pompando e ne accarezza i capelli, i suoi occhi si chiudono e dalla bocca escono solo dei dei leggeri lamenti soffocati. Mai, mai si sarebbe aspettato di trovarsi in una situazione del genere. La cosa pero’ gli piace: dei brividi di piacere lo percorrono e la sensazione di caldo e bagnato sul suo cazzo gli toglie quasi ogni facolta’ intellettiva. La goduria fisica e’ assoluta. Mirko dimostra la sua esperienza stringendo con le labbra il membro e partendo dalla punta lo fa’ scivolare fino in gola, per poi ritiralo quasi tutto fuori dolcemente e lentamente. Ama ciucciare cazzi, ma le sensazioni che prova in questo momento sono molteplici: quella di succhiare un bel pezzo di carne percorso da vene gonfie, sentirne la durezza e allo stesso tempo la morbidezza, il leggero gusto salato delle gocce di liquido prespermatico che ogni tanto escono dal buchetto della cappella, l’odore di muschio di quel pube che gli riempie il naso, la sensazione tattile della mano che scorre sulle cosce muscolose ricoperte da morbidi peli, sentire le uova di carne in quel sacco morbido e tirarle; ma soprattutto l’idea di dar piacere a quel maschio che fin dal primo giorno del loro incontro e’ stato presente nei suoi pensieri come un’oggetto di desiderio. Rocco, sopraffatto da tutte le sensazioni nuove e da una sensualita’ insospettata e’ prossimo a gioirne; il piacere gli parte da dentro e lo sente pronto a straripare in un fiume di liquido denso e bollente. Riesce a pena a mormorare: “ Ohhh ! Porca puttana ! Attento ... Sto’ per venire ...”. Ma queste parole per certe orecchie suonano come un invito e Mirko, stringendogli con forza i fianchi con le mani, lo tiene fermo, fa’ in modo che cappella sia sulla punta della sua lingua per meglio poter gustare quel liquore prezioso. L’orgasmo e’ esplosivo tanto che se Rocco non fosse tenuto fermo con forza, cadrebbe all’indietro. Gli primi schizzi di sperma colpiscono con impeto l’interno della bocca di Mirko che assapora in estasi, per poi riprendere di nuovo quel movimento che porta il membro dalla calda profondita’ della sua gola alla dolce stretta delle sue labbra, mentre il seme continua, seppur con meno impeto a sgorgare. Rocco riprende coscienza: “ Porca Troia ... Per poco non svengo ... Accidenti ...” E cosi’ dicendo si libera della stretta del suo amante e si mette in ginocchio per baciarlo: le due bocche si avvicinano, si aprono e si fondono in un’unica cavita’ dove le lingue giocano tra loro. Rocco, con una singolare lucidita’ riesce a riconoscere la leggera mielosita’ delle differenti salive , il dolce-salato del suo proprio seme e l’aroma del vino. Si sente bene, soddisfatto e inspiegabilmente leggero. Posa le mani sulle cosce di Mirko e sente che questo ha ancora un’erezione possente di cui ora ha voglia di scoprire le proporzioni. La sua mano scioglie la cintura e apre i bottoni del pantalone, si avventura nel calore dell’inguine per impugnare un’asta durissima, percorsa da innumerevoli vene cariche, gia’ scappellata, molto piu’ scura della sua e con un glande di un colore cupo. I suoi occhi non riescono a distaccarsene e le sue narici si riempiono di un’intenso profumo. Con la lingua, timidamente da’ una leccata sulla punta, poi poco a poco comincia ad infilarlo nella sua bocca. La pelle e’ secca e liscia, setosa e calda ed e’ piacevole passarci la lingua e le labbra sopra. Mirko lo guarda e tace. Rocco continua cosi’, vagando con le mani sul petto dopo avergli sbottonato la camicia. Poi dice : “ Andiamo sul letto ...” e sorridendo, “ e’ tutto cosi’ pazzesco, ma non credo avrei mai potuto resisterti ”...” non credevo potesse essere cosi’ bello ! “. Gli indumenti si perdono lungo il corto cammino ed i due si trovano nudi, allacciati in uno stretto abbraccio, e con le bocche unite, si accarezzano. Rotolando sulle lenzuola arrivano senza premeditazione in un 69: Mirko sotto e Rocco sopra, ognuno con il cazzo dell’altro in bocca. Ma Mirko va’ oltre, e tirando appena piu’ su la testa comincia a leccare il culo di Rocco che sorpreso dice: “ Ma che fai ... “. Poi, sopraffatto dall’ennesima nuova sensazione, non riesce che a mormorare parole sconnesse. Poi si gira e ricomincia a baciare il suo amante che con voce bassa e calda gli sussurra: “ Prendimi, per favore ...”. Il cazzo di Rocco ha come un sobbalzo; avvicina la punta del suo arnese al buchetto e dopo aver sputato per bagnarli, comincia a spingere con dolcezza. Mirko, sulla schiena si tiene le gambe per facilitare la penetrazione di Rocco che con una mano si tocca i capezzoli e con l’altra masturba con forza Mirko. Le sensazioni sono intense ed i due continuano a guardarsi negli occhi, finquando Mirko, con una smorfia li socchiude e con voce rotta: “ Vengo ... Sto’ godendo !!!!!!!! ...”. Il primo schizzo, violentissimo, raggiunge il muro sopra la testa del letto, gli altri si riversano sul suo petto; il culo si contrae ritmicamente sul cazzo di Rocco che viene per la seconda volta quasi urlando il suo piacere. Il cazzo di Rocco esce e mentre si baciano in un’ennesimo abbraccio, lo sperma di Mirko sporca i due petti. Allungati sul letto si fumano una sigaretta. Rocco rompe il silenzio: “ Quello dell’altra sera chi e’, se posso chiedertelo ? “ ... “ Boh ! Una botta e via ... “ ... “ Anch’io sono una botta e via ? “ ... “ ... Non direi ... “ ... E dopo poco, esausti si addormentano. Cap. II La scelta. Alle 07h30’ suona la sveglia. Rocco si alza e rimane a guardare per qualche minuto quel corpo sodo e muscoloso che e’ allungato nel suo letto e respira profondamente... Si avvia in bagno per le solite azioni e poi in cucina per fare colazione. I biscotti al cacao sono finiti: niente di grave , prendera’ qualcosa al bar. Appena vestito si siede sul letto ed accarezza le spalle e poi la testa di Mirko, che nel dormiveglia mormora: “ Rocco mio, pieta’, lasciami dormire ancora dieci minuti ... “. Un sorriso si disegna sulle sue labbra: quel “Rocco MIO” bisbigliato in uno stato di quasi incoscienza gli e’ piaciuto tanto. Allora si alza, e prima di lasciare l’appartamento scrive qualche riga su un foglio: BUONGIORNO MIRKO ! TI LASCIO DORMIRE SPERO CHE TU SIA STATO BENE CI SENTIAMO QUANDO VUOI GRAZIE PER LA COMPAGNIA CIAO ROCCO Rocco sa’ che ha scritto delle frasi fatte che non corrispondono a quello che sente veramente, ma gli mancano le parole: lui stesso deve rielaborare l’accaduto. In ufficio il tempo vola e la concentrazione e’ poca. I suoi pensieri hanno un’unico tema: Mirko e la notte appena trascorsa. La sera e’ impaziente di rincasare. Quando arrivava a casa trova una busta sigillata sotto la porta con sopra X ROCCO e una risposta di Mirko sullo stesso foglio che gli ha lasciato lui. La calligrafia e’ la stessa. Preferisce leggere prima il foglio: ROCCO ! GRAZIE A TE ! OGGI DEVO ANDARE A STUDIO MA NON CREDO FARO’ TARDI SE HAI VOGLIA POSSIAMO CENARE DAL GIAPPONESE QUI SOTTO CIAO MIRKO Quindi apre la busta sigillata, apre il foglio dove: ROCCO ! AL RISVEGLIO NON MI SONO NEANCHE DOMANDATO SE QUELLO CHE E’ SUCCESSO TRA NOI LA SCORSA NOTTE NON SIA FORSE STATO TROPPO PER TE. PER ME E’ NORMALE E QUINDI NON HO PENSATO CHE MAGARI TU NON L’ABBIA VISSUTA NELLO STESSO MODO. SPERO AVREMO MODO DI CHIARIRCI. TI SCRIVO QUESTA LETTERA PERCHE’ STO’ PARTENDO E TORNERO’ SOLO IL PROSSIMO FINE SETTIMANA. UN MIO COLLEGA, CHE DOVEVA APRIRE UN CANTIERE A BASILEA, S’E’ ROTTO UN BRACCIO DOMENICA, E IO DEVO SOSTITUIRLO. DEVO ANDARE CHE PARTE L’AEREO MIRKO Rocco ci rimane male. Si sente un po’ preso in giro: sara’ vera la storia o e’ forse una scusa per dare al tempo modo di ricreare certe distanze ?! Martedi’ sera palestra. Rocco guarda Paolo, un ragazzo che si allena nei suoi stessi orari, ma oggi lo fa’ con occhi diversi. Hanno sempre scambiato solo qualche commento sul calcio o sul quartiere. Rocco pensa che e’ davvero un bel maschio e l’incrociarsi dei loro sguardi ha ora un significato diverso. Il gioco di seduzione continua anche sotto le docce e all’uscita i desideri reciproci sono chiari. “ Andiamo da me o da te ? ”. “ Meglio da te ... “ risponde Paolo. Le due ore di sesso che passano insieme sono intense, ma alla fine Paolo si stranisce un po’. “ Che c’e’ ? Non t’e’ piaciuto ?! “ fa’ Rocco... “ No, m’e’ piaciuto tanto, ma ... “ “ Ma ?! ...” “ E’ che io ho un ragazzo, Fabio, quello che ogni tanto e’ con me in palestra, e la cosa non deve ... cioe’ ...” con aria da cane bastonato, “ mi capisci vero ? “. “ Certo che capisco.” . Rocco capisce e pensa a ‘UNA BOTTA E VIA’ ... E magari in palestra ora ci andra’ il lunedi’ perche’ non vuole rogne. Mercoledi’ va’ al cinema. Giovedi’ se ne sta’ a casa tranquillo a riflettere agli avvenimenti degli ultimi giorni. Venerdi’ al pub con gli amici. C’e’ anche Sandro. Improvvisamente una strana sensazione. Sandro, si ! Proprio il timido Sandro. Un tipo molto riservato ma altrettanto gentile, soprattutto con lui. E poi sempre innamorato di donne irraggiungibili . Quei suoi modi ora gli fanno venire il sospetto che anche lui ... Ma certo, come ha potuto fino ad oggi non pensarci... Poco prima di salutarsi tutti, Rocco si alza e gli si siede vicino: “Novita’ ? “. “ No... Figurati... Che vuoi che mi possa succedere ...”. “ Senti penso ... , penso che una di queste sere si dovrebbe andare a mangiare insieme per farci quattro belle chiacchiere tra amici...noi due ... ”. Sandro guarda con fare interrogativo e non risponde ... “ Sai, nelle ultime settimane mi sono successe delle cose che mi hanno fatto capire molte cose di me stesso, ma penso anche di altre persone ...” “ Mi piacerebbe parlarne con te e penso che dopo il nostro rapporto di amicizia possa guadagnarci in qualita’ ! “. “ Capisci che intendo ?!”. Sandro e’ davvero sorpreso e dopo un momento di smarrimento, abbozza un sorriso. “ Forse si ... Grazie Rocco ...”. Sabato mattina il diluvio universale: il calcetto chiaramente salta. Rocco passa una mattinata tranquilla a non far niente, mentre il rumore della pioggia fa’ da sottofondo. Il pomeriggio, forse aiutato dal grigiore e dal suono regolare delle gocce che cadono, Rocco si addormenta e sogna . Al suo risveglio e’ buio fuori ma nell’appartamento di fronte c’e’ luce. Il sangue scorre piu’ veloce e dopo un profondo respiro si alza e si riveste. Con il cuore che batte all’impazzata suona alla porta. Mirko apre; ha una barba di tre o quattro giorni ed un sorriso smagliante. Sempre piu sexy. “ Bentornato” gli fa’ Rocco. “ Grazie, entra! “ gli risponde l’altro. Si siedono. “ Com’e’ andata in Svizzera ? ...”. “ Una faticata, ma dal punto di vista lavorativo un successo. Il cantiere e’ partito e fila come una locomotiva. ... E te ? “. “ Niente di speciale, le solite cose. Ma ho riflettuto piu’ del solito...”. Silenzio. Silenzio che e’ Rocco a rompere: “ Per me non e’ facile esprimermi, sono un’introverso. ... Poi ho paura che tu possa ridermi in faccia . ... ... ma ... ... Ma mi sei mancato un casino !!! ” dice abbassando lo sguardo. Dopo qualche secondo Mirko si alza, si inginocchia davanti a Rocco e allunga la mano per accarezzargli la guancia. “ Visto che siamo in vena di sincerita’ . E non credere che lo dica spesso. Anzi e’ raro che mi succeda. Te lo dico e credimi: anche tu mi sei mancato. E non so se puoi immaginare quanto !!! ”. by MIZU mh2o969@yahoo.it PS Non mi dispiacerebbe leggere qualche commento.

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