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In Paese Tutti Ci Conosciamo, Part 2

by Navy Men


La sera seguente dopo smontati di pattuglia rimanemmo vestiti in uniforme e prima di andare all'appuntamento con le tre donne ci fermammo al bar del paese come consueto ad informarci se c'erano matrimoni o fidanzamenti nell'aria in maniera da organizzarci in tempo su come adescare la giovane sposina o fidanzatina per avviarla alla malizia della cornificazione del suo uomo. Non rinvenendo nessun nuovo matrimonio o fidanzamento uscendo dal bar il mio collega disse sorridendo "mi sa che bisognerà cominciare ad inculare i cornuti se vogliamo continuare a fottere nuovi buchi senza ritornare su quelli già posseduti, così saranno becchi e bastonati -nel culo con un uccello-". Io sorrisi a quella battuta non prendendola minimamente in considerazione e dissi mentre si saliva sulla fuoristrada di pattuglia "per adesso pensiamo a fottere le tre troie che muoiano dalla voglia di scoparsi due carabinieri come noi, poi si vedrà". Appena usciti dal paese velocemente si raggiunse la baita. Una femmina al nostro arrivo ci fece cenno di mettere la Land Rover dei carabinieri dentro al garage, essendo il fabbricato in prossimità di altre case, in maniera da non insospettire eventuali passanti della presenza di carabinieri in quella casa. Usciti dall'auto ci ricomponemmo la divisa, indossammo i cappelli e ci dirigemmo nel soggiorno, dove erano ad accoglierci due donne, mentre la terza alternativamente o ci scattava delle foto o ci riprendeva con una cinepresa. Io dissi che non volevo essere ritratto, ma le due donne avvicinandosi mi dissero che volevano un ricordo visivo degli uomini militari italiani. Così dicendo mi rimossero il cappello e cominciarono a sganciarmi la giacca. Rimossa la giacca vollero che ci si spogliasse mentre una ci riprendeva con il video. Si acconsentì a questa richiesta e senza tante smancerie io ed il mio collega rimanemmo prima con indossata la nostra biancheria intima, poi completamente nudi in quanto la biancheria fu abilmente rimossa dalle due femmine libere. La ragazza fotografa posò la telecamera, prese gli uccelli e ci mise uno di fronte all'altro. Prima ci accarezzò le cappelle con le mani, poi cominciò a strofinarle fra loro. Il piacere era intenso, e distrattamente guardai il mio collega che chiudeva gli occhi in senso di approvazione del piacere che riceveva grazie al mio corpo, anche se abilmente manovrato da una femmina, per cui io stavo facendo godere un maschio e a mia volta godevo grazie a lui. Nel provare questa piacevole sensazione pensai che io non ero mai stato con un uomo, ma le uniche esperienze avute con altri maschi erano le seghe che ci tiravamo nei rifugi da ragazzi ed una sega, con sperma finale riversata sulla mia faccia, che tirai appena arruolato nell'arma dei carabinieri ad un militare del corso precedente al mio quale tradizione per iniziare subito a mettere in pratica il rispetto e l'obbedienza incondizionata verso i militari superiori. Mentre ero affuscato da questi pensieri, rimasi impietrito nel vedere arrivare nel soggiorno due carabinieri in uniforme. Pensai subito a come poter giustificarmi ai superiori di quanto stavamo facendo, sperando che non emergesse della nostra situazione di cornificatori, altrimenti sai che casino ed incazzamento di mariti e fidanzati del paese. Guardando più attentamente vidi che i due carabinieri in divisa erano le altre due ragazze che mentre eravamo a strofinarci a vicenda le cappelle, avevano preso e indossato le nostre divise. A questo punto la ragazza che ci strofinava le cappelle disse "ora comportatevi da femmine che farete di tutto per far godere i vostri maschi militari, obbedienti e accondiscendenti a tutti gli ordini impartiti, io farò la conduttrice". Lasciai lo strofinamento delle cappelle e mi avvicinai ad un carabiniere dicendo "dai bel maschio, sono completamente a tua disposizione". Osservando meglio il "militare" notai che oltre, a vestirsi in uniforme, si era messa anche un paio di baffetti finti, e fu proprio lei a dirmi di darle un bacio in bocca. Nell'abbracciare e nel baciare un "carabiniere" ebbi una sensazione diversa e di imbarazzamento rispetto al comportamento tenuto con le femmine normali. Dopo questo sbandamento e ripensamento iniziale non si ebbe più il tempo di pensare, in quanto l'atmosfera erotica nello scorrere del tempo cresceva vertiginosamente gli eventi e aumentava intensamente con lo scorrere del tempo. Al termine del bacio ci chiesero di fargli vedere come si era brave nel togliergli l'uniforme. Io cominciai a sfibbiare e rimuovere gli stivali, il mio collega per prima cosa gli tolse il cappello. Poi proseguii tastando le cosce del carabiniere che ancora indossava i pantaloni con la banda rossa, partendo dalle caviglie ed arrivando fino alla vita. Arrivato all'altezza dell'uccello tastai più insistentemente, slacciandogli la cintura i bottoni e la cerniera. Il "militare" mi ordinò di tiragli un pompino, io soppreso rimossi i pantaloni e le mutande boxer bianche, e comincia a leccare ciò che aveva al posto dell'uccello. Il mio collega invece vidi che dopo il cappello aveva rimosso la giacca, la cravatta e la camicia, lasciando il "carabiniere" in canottiera. mentre gli massaggiava i seni. Contemporaneamente si alzarono tutte e tre le vere femmine per togliersi i vestiti. Era molto eccitante veder spogliare i due carabinieri. I due carabinieri, ci fecero sdraiare e allargare le cosce perché prima di trombarci volevano leccarci la fica uno accanto all'altro. Abilmente i due carabinieri cominciarono a spompinarci molto lentamente, mentre la conduttrice si avvicinò ai nostri volti e cominciò a baciarci alternativamente. Il gioco si faceva sempre più interessante, quando la conduttrice chiese se la baciavamo contemporaneamente. Senza esitazione avvicinammo le nostre bocche baciandola. Quando si accorse che eravamo abbondantemente eccitati, rimosse la sua testa, lasciando le nostre bocche una di fronte all'altra, con le labbra che quasi si sfioravano. "Estraete la lingua e leccate la punta del mio dito" proseguì dicendo. Mentre leccavamo il suo dito più di una volta le nostre lingue si sfioravano e toccavano. Poi rimosse anche il dito, ma il mio collega incurante della situazione continuò con la punta della sua lingua a sfiorare la mia. Nel crescendo dell'eccitazione, la conduttrice riprese a scattarci delle foto e a riprendere il nostri busti con la videocamera, in maniera che sullo schermo della televisione sembrava che stessimo amoreggiando fra noi. A quella visione i nostri cazzi sussultarono contemporaneamente, allora i due "carabinieri" spompinarci, ruotandoci su un fianco uno di fronte all'altro, ci dissero "forza baciatevi come due donne". Il mio collega, quale maiale che era, mise subito la sua lingua dentro la mia bocca totalmente preso dal gioco erotico e dalla parte che stava impersonando. Io più titubante mi adeguavo alla parte. Mentre un "carabiniere" ci scappellava il cazzo, l'altro prese un mio braccio e lo pose sul fianco del mio collega, dopo prese una sua coscia e la pose sopra le mia. Sentii i peli dell'uomo pungere la mia coscia (era una sensazione nuova per me). Letteralmente senza rendercene conto eravamo due uomini che ci baciavamo mentre eravamo abbracciati. A sua volta il "carabiniere" smise di scappellarci gli uccelli e disse "da brave, ora da voi strofinate l'un con l'altro le vostre cappelle come facevate prima che arrivassero i vostri uomini". Prontamente, ricordandomi del piacere che avevo provato in precedenza, cominciai a strofinare la ma cappella al cazzo del mio collega, subito ripagato anche da lui. Rimanemmo in questo atteggiamento per alcuni minuti, poi la conduttrice prese la mia mano e la pose sul cazzo del mio collega. Io feci l'atto di rimuoverla, ma lei forzò la presa e disse "dai non fare la ritrosa, eccita la tua compagna". Il mio collega quando si sentì agguantare il cazzo da me allargò subito le cosce e disse "dai troia fammi in bel ditalino". Muovendo la mano in su e giù vedevo che il mio collega ansimava dal piacere, ed io mi impegnavo maggiormente nella ricerca di procurargli maggior piacere. Mentre lo scappellavo un "carabiniere" si avvicinò col viso alla sua cappella, e cominciò a solleticargli con la lingua il buco per pisciare, poi avvolse tutta la cappella con le labbra. L'altro "carabiniere" mi disse "dagli un bacio in bocca mentre ciuccia il cazzo". Io mi accucciai e con la lingua cominciai a leccargli le labbra. Non so come, ma a seguito di un brusco movimento mi ritrovai la cappella del mio collega in bocca, sentendomi premere sulla nuca per non farmi sollevare il capo. A quello scambio di bocche il mio collega apri gli occhi, e vedendo che avevo il suo uccello in bocca disse "bravo ciucciacazzi, non pensavo che eri frocio, dai fammi vedere come lavori questa passera, da bravo fai degli affondi che io così godo di più". Sentirmi trattare da spompinatore non era piacevole, ma ormai avevo l'uccello in bocca del mio collega, compagno di tante avventure, per cui valeva perseguire questa esperienza consumata fra noi due. Chiusi gli occhi e cominciai a muovere la bocca lungo quel cazzo duro, facendo attenzione a non toccarlo con i denti, a stringerlo il più possibile con le labbra, e a leccargli la cappella ogni tanto con la lingua. Il mio collega si sedette con le cosce aperte per facilitare il movimento della mia bocca sul suo uccello, rimosse le altrui mani, e cingendomi il capo con le sue, imponeva il ritmo del saliscendi a suo piacimento. A mia volta io cominciai a masturbarmi cercando di mantenere il solito ritmo imposto da lui. La bocca cominciava a farmi male, quando dette un affondo più intenso e mi lasciò in quella posizione senza farmi risalire. Mi accorsi che era a sperma, e lui aumentò la sua presa per non farmi uscire. Dopo aver riversato il suo succo nella mia bocca mi disse di fare attenzione che quando ti togli l'uccello di bocca sia ben ripulito. Io straeccitato da tutti questi eventi emisi a mia volta la sperma. Ero sempre fra le cosce del mio collega, che paradossalmente venendoci incontro con le nostre uniforme in mano, le tre donne dissero "brutti froci, noi vi abbiamo chiamato per farci scopare, e voi state ad amoreggiare per i cazzi vostri, che razza di militari froci che siete, e dire che ci avevano assicurato che i giovani carabinieri erano dei veri stalloni?" E mentre ci dicevano questo ci spinsero fuori della stanza ancora nudi, senza darci la possibilità di reagire. Data la situazione non rimase che rivestirci e tornare verso la caserma consapevoli delle nostre azioni appena compiute. Durante il viaggio di ritorno il mio collega dopo un periodo di totale silenzio, prese una mia mano, l'appoggiò fra le sue cosce e disse "non ti scoccia mica accarezzarmi l'uccello mentre guido". Io non risposi, ma non rimossi neppure la mano. continua.

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In Paese Tutti Ci Conosciamo, Part 2

La sera seguente dopo smontati di pattuglia rimanemmo vestiti in uniforme e prima di andare all'appuntamento con le tre donne ci fermammo al bar del paese come consueto ad informarci se c'erano matrimoni o fidanzamenti nell'aria in maniera da organizzarci in tempo su come adescare la giovane sposina o fidanzatina per avviarla alla malizia della cornificazione del suo uomo. Non

La Cagna Di Mare

Alla lettura della storia del “marinaio e dei ciclisti”, ho rivissuto i primi anni del mio arruolamento nella Marina Militare che trascorsero in maniera opposta rispetto a quelli raccontati in quella storia. Nel 1964, allora diciottenne, mi arruolai nella Marina Militare come marinaio ausiliario (l’uomo tuttofare senza aver assegnato un compito specifico). Ero un ragazzo assai

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Web-04: vampire_2.0.3.07
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