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Il Vaggio A Cuba.

by Emanuele


Mai avrei pensato che quella vacanza avrebbe segnato la mia vita futura. Avevo lavorato tutto l'anno ed avevo bisogno di un po' di relax. E così decisi di andare a Cuba. Organizzai tutto in una settimana. Non vedevo l'ora di partire. Il posto era stupendo. La sera andai subito a letto per smaltire aereo e fuso orario. Di mattina mi sentivo pronto a tutto. Noleggiai un auto con autista e mi feci accompagnare alla spiaggia più vicina. Restai fermo lì per un paio d'ore e poi mi feci accompagnare in giro per la città. Non avevo ancora ben definito l'idea di sessualità fino a quando non incrociai lo sguardo con l'autista. Si chiamava Ernesto, aveva un viso bellissimo e muscoli dappertutto. Decidemmo di fare quattro passi a piedi ed ebbi il modo di guardarlo bene. Era un metro e ottanta di delirio. Ormai stanco decisi di tornare in hotel. Mi feci accompagnare in camera da Ernesto che accettò con non poche difficoltà. Arrivati in camera mi buttai sul letto esausto e con il mio spagnolo da videocorso lo invitai a sdraiarsi sull' altro letto. Il mio sguardo andò dritto fra le sue gambe. Indossava un jeans talmente stretto che modellava un pacco enorme. Lui si accorse del mio interesse e cominciò a toccarsi. E fu allora che mi alzai e mi sdraiai vicino a lui. Passarono pochi attimi e la mia mano scivolò sul suo cazzo che sentivo duro sotto i jeans. Lo estrasse in un baleno e mi invitò a succhiarglielo. La sua verga era enorme e più succhiavo e più cresceva. Doveva essere una ventina di centimetri. Ma io volevo di più. Passai a leccarlo dappertutto ed Ernesto con un dito giocava col mio buco. Era ormai tempo di andare oltre. Cercai nella valigia un preservativo, glielo infilai e con un sol colpo mi penetrò. Il dolore fu enorme. Lo sentivo entrare ed uscire sempre più forte, avevo il culo che bruciava. Ma diventava sempre più bello. Colpi di volta in volta più potenti mi stavano sfondando tutto. Dopo una decina di minuti accelerò il ritmo e capii che stava sborrando. Estrasse il suo cazzo enorme e me lo avvicino alla bocca. Il suo corpo si irrigidiva sempre più fino a quando una doccia di sborra non mi inondò la bocca. Non avevo mai visto tanta sborra. Era calda, bollente ....... Dopo poche smanettate venni anch'io. Facemmo la doccia insieme e dopo poco era pronto per andarsene. Ebbe uno choc quando mi disse che aveva 18 anni. Io ne avevo 52. L'incontro finì nel più brutto dei modi : mi chiese 50 dollari. Lo pagai e non l'ho più rivisto.

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