Gay Erotic Stories

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Il Biondino, 2^ parte

by Koala_abc


Ci stringemmo la mano. Improvvisamente mi tirò forte verso di sé e mi disse sottovoce e con un’espressione molto seducente. “Cosa credi?… Ho visto che non mi togli gli occhi di dosso da quando sei arrivato! …Allora … andiamo avanti con questi stupidi convenevoli o preferisci cambiare discorso!…” “Beh … ma… io… non…” Borbottai, una frase incomprensibile, ero pietrificato. Beccato! Colpito e affondato! Non sapevo come reagire. Passò qualche istante, avevamo le mani ancora strette continuando a guardarci negli occhi. Poi, Mario, fece un gesto brusco, che mi prese alla sprovvista un’altra volta. Cambiò la presa e mise la mia mano sul suo costume. Contemporaneamente, fece risalire la sua mano sinistra, quella libera, all’interno delle mie cosce fino a raggiungere le mie zone private, in modo da dargli una palpatina. “Allora?….” disse, sempre con quell’aria maliziosa. Era incredibile quello che mi stava succedendo. Continuava a sorprendermi e io non riuscivo a riprendermi, ero confuso, non riuscivo a ragionare. Lì, in una piscina pubblica, alla luce del sole …. un momento…. In una piscina pubblica?!!! Il mio cervello ricominciò a far funzionare gli ingranaggi all’istante, come dopo un black-out. Con forza mi ritrassi da lui e mi staccai completamente, allontanandomi di oltre un metro, a distanza di sicurezza. Mi guardai in giro, sperando che nessuno ci stesse osservando. Nessuno, per fortuna. Tutta la scena era durata pochissimi secondi, ma a me parvero minuti interminabili. Una voce improvvisa giunse dal prato. “Mario … Mario …” Era una delle sue amiche. “Mia cugina Veronica” disse scocciato, verso di me sottovoce. Poi forte, in risposta “Si, cosa c’è?” “Noi andiamo a casa, tu casa intendi fare?” “Io, rimango ancora un po’ qui, a nuotare” “Un po’ qui, quanto?” “Cosa gliene frega a lei, cazzi miei” verso di me. “Non lo so! forse un ora, forse due!” e mentre lo diceva mi strizzò l’occhio, in segno di complicità. “O.K. Allora dico a mia madre di non aspettarti a pranzo. Va bene?” “Si, va bene…” e poi sottovoce “basta che ti levi dai coglioni!” “Ciao” “Ciao” Le guardò mentre si dirigevano all’uscita e quando scomparvero disse “Finalmente! Allora Alessandro… cosa dici?” “Cosa dico, cosa?” “Niente, abbiamo già fatto conoscenza, ci siamo già presentati, dai … non fare il timido!” “Non è che sto facendo il timido. E’ che … Beh … ecco è la prima volta che una persona mi viene sotto con questa …” “Con questa aria sfrontata?” “Si … cioè no … cioè si … non offenderti, ma non mi piace essere preso di sorpresa, essere messo alle corde, e i tuoi modi di fare …” “…ti mettono a disagio. O.K. capisco.” Fece una pausa “Quanti anni hai?” “20 e tu?” “Io 18” come sospettato era più giovane di me, ma ne dimostrava anche di meno. Era il suo modo di fare, così sicuro di se che mi aveva messo in confusione. Era imbarazzante essere preso alla corda da un ragazzo più giovane di me. “Guarda, ti voglio fare una confidenza. E’ la prima volta che faccio una cosa del genere, in maniera così sfrontata, voglio dire. Si … sono uno che prende l’iniziativa senza problemi, però mai in maniera così aggressiva. Ho visto che tu continuavi a guardarmi. Non mi toglievi gli occhi di dosso. Allora mi sono deciso io a fare la prima mossa.” Non c’è che dire; sapeva come prenderti. Mi stavo rilassando. Sorrisi “e io che credevo di nascondere lo sguardo con gli occhiali” “Al massimo funzionano se c’è tanta gente. Ma sulla tua linea c’ero soltanto io, la conclusione mi sembrava quasi ovvia e allora mi sono buttato. Ti è dispiaciuto?” “Non, no, anzi” mi affrettai a dire. Dopo una pausa riprese “Cosa vuoi dire quando dici è la prima volta che una persona ti viene sotto … intendi un ragazzo?” Non gli sfuggiva niente di quello che dicevo! “Beh … con ragazzi, proprio ragazzi, non ho mai … invece con ragazze … sai com’è, bisogna salvare le apparenze…” “Così tutti ti credono etero?” “Già” “E’ dura fingere…” “Dura … diciamo che ci si abitua. Non fraintendermi … però, … non mi è dispiaciuto stare con quelle ragazze” “ … e credo che a loro non sia dispiaciuto stare con te! Perché, lasciatelo dire Alessandro, sei molto carino e hai un gran bel fisico” “Ooohhh adesso non esagerare, non prendermi in giro” dissi ridendo. “Allora, ti piacerebbe provare ….” “Cosa?” “Cosa secondo te? … Stare con un …” ero proprio tonto, poi capii cosa intendeva. “Ahh…” dissi cadendo dalle nuvole e poi feci segno affermativo con la testa “Però, non qui! come facciamo?….” “Io ho un idea …” Non ne dubitavo. “Ho visto che ci si può chiudere dentro nelle docce, in questa piscina. Nessuno ti può vedere da fuori. Giusto?” “Si, ogni doccia ha la propria saletta, e tu puoi chiudere la porta a chiave e non essere disturbato da nessuno”. “Bene, a quest’ora non ci dovrebbe essere nessuno. Tu entra in una doccia, apri l’acqua, non chiudere la porta a chiave che ti raggiungo subito”. Feci come disse. Uscii dalla piscina e andai agli spogliatoi. Entrai in una doccia e aprii l’acqua. Mi tirai via il costume, mi misi sotto l’acqua calda. Come era rilassante! Pensai a quello che stavo facendo e sorrisi tra me e me. Davo le spalle all’uscio della stanzina della mia doccia, quindi non lo sentii arrivare dietro di me. Con le mani mi prese i fianchi, e poi mi si appoggiò contro. Sentii il suo cazzo contro il mio sedere. Era già nudo anche lui. Fece scivolare la sua mano sinistra, sotto il mio braccio, massaggiandomi i pettorali. Con la mano destra mi prese l’uccello e iniziò a farmi una sega. In un secondo mi divenne duro come il marmo. Le sue mani morbide, si muovevano senza esitazioni, sicure su dove andare e su cosa fare. Io piegai all’indietro le mie braccia andando a cercare le sue natiche. Mario mi baciò le spalle, il collo e poi mi succhiò il lobo dell’orecchio. Iniziai a sentire che anche il suo cazzo diventava duro e lo sentivo premere con più forza verso il mio fondo schiena. Era una sensazione stupenda; eccitante ma rilassante allo stesso tempo, perché finalmente mi potevo lasciare andare, per una volta potevo mollare il freno. Era bellissimo. Mi girai. Ci sorridemmo e ci baciammo. Un bacio molto passionale, caldo, intenso, come mai feci con nessuna ragazza. Ci abbracciammo forte. Le nostre mani, vagavano sulla schiena e sul culo dell’altro. Gli presi ancora le sue natiche belle sode e gliele strinsi forte, schiacciandolo ancora di più verso di me. I nostri cazzi duri si toccavano l’uno con l’altro, schiacciati lì infondo da qualche parte. Potevo sentire il suo, contro il mio inguine. Le nostre lingue continuavano a cercarsi, a toccarsi. Mi ficcò la sua in bocca e gliela succhiai con forza. Ci staccammo per un momento. Potei guardarlo da capo a piedi. Così ebbi modo di vedere per la prima volta il suo membro. Non era lunghissimo, leggermente più corte del mio, però era molto largo e con una cappella enorme. Pensai che rispecchiava il suo fisico, non altissimo, però bello compatto. Glielo presi in mano e lo maneggiai con cura. Mario, viceversa, iniziò a leccarmi su tutto il corpo. Prima un capezzolo. Lo leccò, lo prese in bocca e poi lo succhiò. Mi fece quasi male. Se ne accorse, mi guardò e mi sorrise. Poi passò ai miei addominali e al mio ombelico. Nel frattempo si abbassava sempre di più, fino ad inginocchiarsi davanti a me. Con una mano dietro il mio culo, cercò il buco e poi con un dito lo esplorò all’esterno senza entrarci. Io lo guardai, lì, in basso inginocchiato davanti a me. Lui mi sorrise maliziosamente e poi guardando il mio uccello disse “Ma guarda un po’ chi c’è qua! Free Willy!” e se lo mise in bocca. Dapprima si mise in bocca solo la cappella. Stretta tra le sue labbra, ci giocò intorno con la lingua. Il piacere che provavo continuava a crescere. Chiusi gli occhi e mi appoggiai al muro dietro di me. Con una mano gli accarezzavo la testa, mentre con l’altra mi aiutavo a rimanere in equilibrio contro la parete. Inseguito se lo mise tutto in bocca. Mi fece il più bel pompino di tutta la mia vita. Aveva un modo di fare molto esperto. Non era il primo che faceva. “Mario sto per venire”dissi in pieno godimento. Mario succhiò con più forza, gli venni in bocca, e lui senza battere ciglio ingoiò tutto. Si alzò e mi baciò. Nella sua bocca c’era il sapore del mio seme. “Ti piace? E’ roba tua!” maliziosissimo, sussurrando mi disse “Adesso fammi godere anche me … voltati” Capii subito le sue intenzioni, ma io ero un po’ riluttante e cercai di oppormi. Il mio culo era ancora vergine. Io volevo che lo facesse, ma allo stesso tempo provavo un po’ di paura. “Mario … non so se …” Mi interruppe baciandomi. “Ssssst, non preoccuparti non c’è niente di cui avere paura” Non riuscivo a resistere al suo mode di fare, ero in completa balia di questo ragazzo. Mi voltai e appoggiai entrambe le mani sul muro. Mario uscì dal piano doccia, in piedi sul pavimento rialzato, in modo da guadagnare quasi dieci centimetri. Con una mano mi masturbava, mentre con le dita dell’altra, preparava il mio buco. Ero preoccupato … aveva una cappella tanto grossa… Prima l’appoggiò, spinse piano … piano … piano. Fu dentro. Provavo dolore e gemetti. “Sssst, buono … è quasi …” e poi spinse con forza, finché tutto il cazzo penetrò. Mi lamentai più forte. Mario sembrò quasi non accorgersene e iniziò a montarmi come un cavallo. Con forza e decisione faceva sbattere le sue palle contro le mie chiappe. Mano a mano che andava avanti, il dolore si trasformava in piacere, piacere infinito. Continuava e continuava, era inarrestabile. Mugolava, ed ad ogni colpo che imprimeva, oltre ad un forte sospiro emetteva un gemito. Una carica inesauribile, una vera macchina erotica, una vera macchina del sesso! Io venni ancora. Questa volta sulla sua mano (ancora stretta intorno al mio cazzo), che poi si portò alla bocca per leccarsela. Non era ancora sazio e soprattutto non era ancora venuto; Mario proseguiva a fottermi con tutte le sue energie. Un vero animale da monta! “Ti voglio venire in bocca, come tu hai fatto con me” disse. Estrasse la sua carne. Mi inginocchiai, lo presi in bocca e poi venne. Non riuscii a ingoiarlo tutto, e una parte mi uscì dai lati della bocca. Mi alzai, ci baciammo e lui mi leccò con la lingua le mie labbra, per ripulirle del suo seme. La doccia, ancora aperta, aveva provocato una nuvola di vapore bollente nella stanzina e io sentivo molto caldo, forse non dovuto semplicemente al vapore. Esausto mi appoggiai al muro con la schiena, tenendo abbracciato Mario. Il culo mi faceva male, ma la mia gioia era molto più grande del dolore fisico che provavo. Ci guardammo negli occhi entrambi soddisfatti e poi lui con quell’espressione sfrontata mi disse “Allora, cosa ne dici? Ti sono piaciuto?” “Ti posso dire solo una cosa: tra tutte le persone che conosco, sia ragazzi che ragazze, nessuno possiede una carica erotica come la tua; è esagerata”. “Questo lo dici perché non conosci Leo”. “Chi è Leo?” “Mio cugino, il fratello maggiore di Veronica” “Ma si chiama Leo di nome? “Veramente si chiama Filippo. Tutti lo chiamano ovviamente Pippo. Leo è il soprannome che gli ho dato io” “Perché Leo?” “Quando lo vedrai, capirai…” CONTINUA …..?

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Due gambe da sogno

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Il Biondino, 2^ parte

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Web-04: vampire_2.0.3.07
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