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Gaetano (III parte): I Bronzi di Riace

by Stamink@freemail.it


Gaetano (III parte): I Bronzi di Riace ………. Il display della sveglia segnava le 03:30 quando fui svegliato dal rumore di un tavolinetto che veniva urtato. Signorì, sentii bisbigliare, signorì. Gaetano, dissi, che ci fai qui?, sono venuto a trovarti, non potevo prendere sonno con questo caldo, ti va un po’ di compagnia? Si, dai vieni qui gli feci, sei vestito o nudo? proseguii. Mi sto spogliando disse avvicinandosi, il riverbero dei numeri della sveglia stagliarono il bellissimo fisico del mio dio personale (a volte pensavo di aver a disposizione il genio della lampada, da sfregare naturalmente), il letto cigolò, me lo ritrovai praticamente sopra. Il calore magnetico che emanava mi invase di colpo (sembrava di essere in quelle vasche termali che fanno bene ai reumatismi), infilò una coscia tra le mie, allora hai dormito?, mi chiese. Si, anche se sono tutti dolori, tu come stai?, bene, sento solo un gran caldo. Ti va di fare una doccia?, gli proposi. Sento caldo ma sto bene, mi va di stare con te, magari dopo rispose. Senza dire altro mi infilò la sua lingua calda in bocca, prese a succhiare la mia, i peli ispidi della sua barba mi arrossarono il mento, in tutte le cose era energico, brutale, la delicatezza non era per lui. Ebbi un’erezione istantanea, sentii la sua mano scendere e afferrarmi il cazzo. Cominciò a spararmi una sega, rudemente, avevo il cuore che pompava all’impazzata, venni subito. Non si era mai degnato neanche di guardarmelo il cazzo, immaginate il mio stupore, mi staccai da lui, lo guardai. Senti Mark devo chiederti dei soldi, disse così, senza giri di parole. Per cosa?, dissi un po’ allarmato (vuole farsi pagare le scopate pensai); mio fratello Salvo s’è cacciato in un brutto guaio, ha perso 10 milioni giocando a carte, non sa dove sbattere la testa, è pure senza lavoro. Ma….., feci per dire, lui mi interruppe, io non ce li ho a disposizione, gli ho detto che avrei parlato con te, è disperato, quella è gente che non scherza, l’altra volta l’ha gonfiato di botte, ed è anche più grosso di me. Io, ripresi, come….. ma lui sa di noi? Si, qualche volta gli dico che ci divertiamo, ti chiama culo d’oro, per questo mi ha chiesto se gli potevi prestare questi soldi, lui se vuoi, potrebbe farti qualche “lavoretto”. Ma che cazzo dici dissi, alzando la voce, per chi mi hai preso per il frocio del paese che paga i cazzi che vuole nel culo, e poi 10 milioni dove li prendo? Per me tuo fratello se ne può andare benissimo a fanculo e farsi pestare quanto vuole, non gli ho detto io di cacciarsi nei guai. Scusa, scusa, non volevo dire così, riprese Gaetano, ma è che l’ho visto disperato, l’altra volta gli hanno rotto anche il setto nasale, ha paura, non sa dove sbattere la testa. Mi fissava negli occhi con uno sguardo intenso, sincero. Scusa, riprese, lo sai che io a te ci tengo…. Basta, tagliai corto, sapevo che finiva così con voi cafoni di paese, puoi alzare le chiappe da subito, non ne voglio sapere più nulla di questa storia, forza vattene, quasi urlai. Non disse nulla, si alzò e fece per allontanarsi. La vista di quelle chiappe sode, di quel corpo da favola, della sua voce roca, del suo essere brutale ma sincero mi intenerì (o almeno avevo già fatto i miei conticini), lo bloccai, aspetta, gli dissi, non si voltò, allargò solo leggermente le cosce, il cazzo penzolava sopra le due palle pelose, sopra, il lungo stomaco muscoloso… veramente gli hanno rotto il setto nasale? Si. e.. per quando gli servono i soldi? Domani. domani? Si, domani sera li deve portare al bar jolly, verso le otto. Ti prometto che te li faccio riavere prima possibile, e scusa ancora per quello che ti ho detto prima. Scusato, prima dammi tempo di inventare una scusa ai miei per avere i soldi, la risposta te la do domani in mattinata. Si girò, si inginocchiò davanti a me. Grazie mi disse. Ci tieni molto al fratellino, prima mi spari una sega, dopo ti umili e mi chiedi scusa, non ti ho visto fare mai del genere. E’ sempre mio fratello, e ti garantisco che non te pentirai….. . Descrivimelo, com’è feci curioso. E’ qui fuori che aspetta…… cosa? (la saliva saliva ai lati della bocca), si, vuole sapere se può contare sul tuo aiuto, e….è qui fuori che aspetta? Lo vuoi conoscere…….? Senza aspettare la risposta sorrise, si avvolse una maglietta ai fianchi e si diresse alla porta, la aprì si piantò davanti e guardò fuori; sentii confabulare, vidi un’ombra intrufolarsi in casa, la luce notturna sagomò una figura alta, più alta di Gaetano, ancora più imponente (mi sembrò camminasse un po’ chino, come se sgattaiolasse), la porta venne richiusa, Gaetano si avvicinò ad una lampada vicino al letto, la stanza si illuminò di una luce gialla, calda, lo vidi, e impietrii. Una bellezza stravolgente mi si parò davanti, il sangue fluiva nelle vene scolpendo le braccia, le gambe poderose, il collo slanciato, uno sguardo malavitoso che si perdeva nel nero profondo degli occhi, due labbra carnose: ciao tu sei Mark vero? Culo d’oro lo stuzzicai, ciao Salvo, Gaetano mi ha detto che mi puoi fare quel favore….. mi ha detto che siete due gran bei fratelli, lo interruppi. Si guardarono, Salvo si sedette di peso sul divano, allargò le cosce, quando me li puoi dare i soldi? E se non te li volessi dare? E se noi ti inculassimo, magari insieme? rispose repentino. Magari pensai…. Dipende, sei bravo come Gaetano? Che fai, così mi offendi, rispose. Allargò ancora di più le cosce, la mano massaggiò la tela oramai tesa all’inverosimile. Si tolse la maglietta, piano, temetti uno svenimento. Erano davvero due fratelli meravigliosamente belli, adesso davanti a me, a disposizione. Ma quanti anni hai?, mi chiese Salvo. Quanti me ne dai? risposi. Vieni qua disse. (davvero nessuna inibizione il fratellino pensai). Gaetano aveva fatto scivolare la maglietta dai fianchi, si parò dietro al fratello, prese a massaggiargli le orecchie. Mi sdraiai su Salvo, la testa sulla coscia, lo guardai. Te lo ha mai detto nessuno che sei la fine del mondo? Allungai la mano sul petto solleticando un capezzolo. Gaetano ti ha detto che c’ho il cazzo più tosto del suo? Difficile da immaginare pensai. Fa vedere un po’ se vali dieci milioni. Signorì se mi levi da sto impiccio questo è tuo quando vuoi, continuò, massggiandosi tra le gambe. Gaetano poi è geloso, lo stuzzicai. Gaetano intanto, s’era messo in ginocchio sul letto, mi afferrò per la vita, mi sistemò a pecora, prese a leccarmi tra le chiappe. Così piazzato presi a leccare lo stomaco del fratello, bello sodo e caldo, un filino di peli finiva nei pantaloni. Salvo inarcò la schiena, si tolse i jeans. Slip bianchi macchiati e logori contenevano a fatica un cazzo moscio ma incredibile (è tra i cazzi più belli che abbia visto), presi a leccare, odore caldo di urina e sperma, un coglione scappò fuori, mi passò le dita ruvide ma affusolate tra i capelli, dai bello divertiti, vediamo, sono tutto tuo. Lo guardai, sfilai gli slip, mi concentrai sul tubo di carne, caldo venoso, invitante. mordicchiai la pelle della cappella, infilai la punta della lingua dentro. Lo prese in mano, lo scappellò, me lo spinse in bocca. Intanto le leccate calde di saliva di Gaetano producevano i loro effetti, presi a dondolare sulla sua lingua che spingeva sempre più dentro mentre spompinavo Salvo. Il cazzo prese consistenza, sempre più, giocavo con la cappella, rossa, perfetta, che diventava come una pallina da tennis, procedevo lentamente lungo l’asta vellutata di un cazzo bello, armonioso, carnoso, sostanzioso, arrivai ai coglioni, identici a quelli del fratello (due cazzi così, e quando mi ricapitano pensai). Dai Sà, disse Gaetano, sborragli di culo. Salvo mi prese, si mise le mie gambe sulle spalle, afferrò il cazzo ormai bello duro e me lo spinse con forza nel culo. Lanciai un urlo che mi si strozzò in gola, si annebbiò la vista. Cominciò a pompare con un ritmo vigoroso, sfacciato. Il mio culo stretto non passava inosservato, mentre pompava mi guardava voglioso. Per un po’ mi morsi la mano per non sentire il bruciore lancinante, quando lo sfintere cominiciò a prendere confidenza con quel cazzo spropositato, cominciai ad ansimare pesante e a massaggiare i fianchi di Salvo. Minchia, sei proprio un culo d’oro disse roco. Salvo intanto si era fatto venire il cazzo bello duro con qualche colpo di sega, si inginocchiò sulla mia faccia, mi spinse il cazzo in bocca. La minchia, scivolò in gola, inclinai la testa, gli afferrai le coscie. Avevo il culo rotto e uno stantuffo procedeva indisturbato, mi sentivo soffocare con l’uccello di Gaetano in gola, mi dolevano tutte le ossa per quella posizione innaturale che dovevo tenere, ma la presenza di queste due forze della natura, di questi due maschi propositati, rozzi, che grugnivano, sudavano emettendo un forte odore acido, che mi scopavano sfacciatamente mi faceva impazzire, l’attesa della sborra calda mi pompava sangue al cervello, mi rendeva agile, malleabile, li volevo tutti per me, volevo, reclamavo il massimo dell’eccitazione, della goduria, ero felice. Gaetano mi guidava il cazzo fuori e dentro la bocca, lo intingeva nella mia saliva. Lo vidi sorridere al fratello; lo sorpresi, gli strusciai il dito medio tra le chiappe, si irrigidì (forse la presenza del fratello), mi afferrò i polsi con le mani poderose, le spinse sul letto, cominciò a fare una specie di flessioni pompandomi il cazzo in bocca, mi liberai dal cazzo, gli succhiai un coglione, emise un grugnito, scattò in piedi. Salvo intanto, disturbato dal fratello, continuava a incularmi facendo roteare il cazzo nel culo e producendo un meraviglioso massaggio prostatico, si avvicinò all’orecchio, lo morse, urlai, continuò, infilò la lingua. Gaetano prese a spingere la schiena del fratello su di me, dai monta bello, allargagli bene il buco a Marchetto, ti piace eh il fratellone signorì? Pompa pompa, che dieci milioni te li devi sudare Sà. Gaetano, se volete i soldi, ti devi lasciare leccare il culo, gli ordinai mentre Salvo oramai s’era praticamente steso su di me e continuava indisturbato l’opera devastatrice del culo e della bocca. Gaetano rise, da sotto la pancia di Salvo fece sgusciare il mio cazzo, mi strizzò i coglioni, Salvo si girò verso di lui, rise, mi sfilò il cazzo ormai rovente dal culo che venne invaso da una ventata di fresco, si alzò, con un braccio cinse il fianco di suo fratello. Dai signorì, facci un pompino a tutteddue, ognuno afferrò il proprio cazzo alla base. Gaetano mi tirò su per i capelli ormai fradici, lo guardai ridendo, afferrai quei due cazzoni con le mani, li strusciai sulle guance, spalancai la bocca, infilai le due cappelle, presi a far roteare la lingua, sempre più velocemente. Ero come ipnotizzato, quei due cazzi mondiali, quei sapori, acidi, dolci, forti che pervadevano la stanza, aumentai a pompare, sempre più. Per quanto potevano i fratelli mi spingevano il cazzo in bocca, in gola. Adesso le mie mani massaggiavano i coglioni, quattro coglioni da favola, Salvo li aveva un po’ più calati di Gaetano. Di colpo Salvo mi sfilò il cazzo dalla bocca, prese a menarselo furiosamente, mi afferrò i capelli, e bestemmiando, con un urlo roco che gli si spense in bocca venne, sborrando una quantità incredibile di sperma caldo, denso, profumatissimo. Gli schizzi si susseguirono copiosi sulla mia faccia, sul collo, la sborra prese a colare. Gaetano intanto assisteva alla scena soddisfatto (secondo me avrebbe voluto leccarla un po’ di sborra del fratello). Ahhh! Leccami la cappella, dai…. Disse Salvo rificcandomi il cazzo in bocca. Voracemente e alle stelle presi forsennatamente a ripulire la cappella oramai allo spasmo. Altra sborra mi scese in gola, dolce e salata, calda, buona. Salvo assestò altri due o tre colpi, si fermò, mi passò le mani sulla faccia impastricciandosele, mi sollevò il bacino, mi lubrificò il culo con la sborra raccolta, guardò Gaetano….Questi si gettò sul letto a cosce aperte, il cazzone svettava caldo e lucido al centro. Salvo fece altrettanto, incrociò le cosce pelose con quelle del fratello, agguantò i due cazzi famelici. Fatti sto panino imbottito, mi rise Gaetanto, mi tirò con forza per un braccio, Salvo mi sollevò letteralmente per le cosce, quattro mani poderose mi afferrarono i fianchi, ero in delirio. Il buco del culo tastò le due cappelle, ebbi un brivido di freddo, Gaetano afferrò i cazzi e li cominciò a strusciare sulla rosellina lubrificandola. Ahhhh, piano, siiiii, daiiii, tirai fuori la lingua, la saliva colò sul petto peloso di Gaetano che mi guardava, sudato, eccitato, ogni tanto una cappella provava a farsi largo; Salvo intanto aveva preso a leccarmi la schiena come se fossero gli avanzi di un piatto prelibato, mi morse un fianco, cominciò a succhiare (il livido rimase per giorni), afferrò anch’egli i cazzi oramai con due cappelle enormi, incrociò le sue alle dita del fratello, spinsero insieme. La sensazione che provai fu oltremodo nuova e fantastica, mentalmente percorrevo i tragitti di quelle nerchie incredibili che mi rompevano letteralmente, sentivo distintamente l’attacco delle due grosse cappelle, prima entrava quella di Gaetano, più massiccia, poi sentivo tutti i contorni netti di quella di Salvo, disegnata meglio. Cominciai ad ansimare, ad incitarli, ero fuori di me….. riempitemi il culo, fottetemi con i vostri bei cazzoni, dai, daiiii. Il culo cominciò a prendere confidenza, le cappelle avanzavano, Gaetano mi afferrò per i fianchi, spinse deciso, tolse il cazzo di Salvo con un gesto brusco (Salvo lo guardò ridendo, aveva capito che il fratello era davvero eccitato), mi sistemò per benino sul suo cazzo che fece scivolare con forza dentro di me. Io intanto lo guardavo fisso, grondante di sudore, gli offrii la lingua, mi guardò con il suo sorriso sardonico prese ad incularmi con forza, brutalmente, ero una marionetta nelle sue mani. Arghhhh. Arghhhhh, cominciò ad insultarmi, bestemmiava, frocio rottinculo, frocio, ahhhhhh, ti spacco il culo, te lo spacco per dio, ahhhhh, vieni qua, froza, allarga bene sto culo che te lo riempio, te lo squarto come è vero iddio, ahhhhh, ahhhhhhh, porco ***, mi stese sul letto, prese a incularmi selvaggiamente, il corpo assumeva posizioni innaturali, sentivo dolore dappertutto, ma resistevo, afferrò i bordi del letto cominciò a stantuffare con sempre maggiore energia, mi sentivo il cazzone nelle budella, nello stomaco che avanzava indisturbato, un pezzo di ferro rovente di 30 cm su per il culo, ero la sua puttana, mi sentivo sbattere e aprire il culo selvaggiamente, il corpo reclamava pietà, voleva che smettesse, la mente lo amava, amava quel cazzo rude che era dentro di me, quel corpo sudato che mi avvolgeva, quelle braccia che mi stringevano lasciando i lividi, quel sudore, quelle labbra, la grossa lingua carnosa, la voce da far rabbrividire; la presenza del fratello lo inibiva un po’, non osava baciarmi (anche se quella grossa lingua nella gola mi sarebbe piaciuta non poco), si avvicinò soltanto un poco all’orecchio sussurrandomi “porco ***, ti inculeri notte e giorno, arghhhhhh”, era paonazzo in volto, come io del resto che mi voltai e gli risi tirando fuori la lingua, accelerò ancora di più, mi sollevò il bacino con un braccio, mi spinse giù, sentii distintamente sbattermi i coglioni contro, il cazzo si ingrossò, le pareti anali che l’avvolgevano si dilatarono ancora di più diventando ancora più sensibili, la cappella faceva su e giù furiosamente, ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh, sborrò, un mare caldo mi invase le viscere, assestò due tre colpi violenti, la cappella eruttò, distinsi i fiotti di sborra ad uno ad uno, caldi, densi, il super massaggio prostatico mi faceva letteralmente impazzire, mi schiacciava ancora di più sul letto, mi mise un braccio dietro al collo e mi spinse a farcelo entrare meglio e tutto; l’avambraccio, muscoloso, peloso, sudato, mi schiacciava la guancia, lo mordicchiai con gusto, ero completamente a pezzi, mi facevano male tutte le ossa, ma una sensazione di benessere, tranquillità mi pervase, inebriato da quegli odori maschi, dal profumo del sudore, della sborra, dell’urina acida; Gaetano sfilò il cazzo, i guardò come per suggerirmi di pulirglielo, ci ripensò, ci passò su la mano callosa e con questa mi diede una strizzatina ai coglioni impastricciandomeli, rise esausto, si diresse verso la doccia, lo seguii con lo sguardo (che culo da favola!), divaricai le gambe su letto stirandole. Salvo si stese a fianco a me, allora d’accordo signorì…., lo guardai, gli accarezzai i peli ispidi sulla guancia, con il medio percorsi il contorno delle labbra carnose, …..come si fa a dire di no….., ma quanto siete belli, voi due, me lo dite? La stanchezza stava prendendo possesso del mio corpo, ero sudatissimo, ma volevo stringere a me Salvo, stringerlo forte. Lo sai che il setto nasale rotto ti dona? Ti da un’aria ancora più da macho, per quanto ce ne sia bisogno…. Allora me li fate avere i dieci milioni? Insisteva educatamente, sentiva dietro il collo il fiato degli aguzzini. Nel bagno l’acqua della doccia correva scrosciando sul piatto doccia, immaginai Gaetano grondante che si insaponava le cosce, le braccia, i capelli bagnati che gli cadevano sul viso come alghe brune. Si, domani avrai il denaro che ti serve, te li farò avere a mezzogiorno da Gaetano; se non giochi a carte che fai nella vita? Prima il garzone in un negozio di frutta al paese, adesso scarico le cassette del pesce al porto, lavoro la notte ma tengo più tempo libero al giorno. Si, e vai a perdere i soldi giocando a carte, risposi. E che cazzo, non c’è niente in questo paese di merda da fare, te ne vai al bar, giochi. Donne? Incalzai. Eh signorì, tenevo na brava figlia, ma ho perso la testa pe na turista di Milano, ho perso tutteddue, chella puttana è ritornata col marito, Anna non me la fanno vedere più i parenti. Quanti anni hai? Ventiquattro rispose. Con gli uomini? Ti posso dire na cosa? Sei il primo che mi capita, na volta un turista di su, mi rideva mi scherzava, mi diceva quanto ero bello, c’aveva na bella macchina, na porsche, vuoi fare un giro mi disse, te la faccio guidare, ammè le macchine mi fanno morire, me la fatta guidare fino alla Rocca giù la mare, a un certo punto mi mise una mano sul cazzo, mi guardava e mi rideva, io avevo sentito parlare dei ricchioni, un po’ perché guidavo chella cazzo di macchina, che ne so, il cazzo m’è venuto subito duro, ha fatto tutto lui, un pompino che la sborra è volata dappertutto, voleva che glielo mettevo pure nel culo, non ho voluto, m’ha fatto una sega, mi diede centomila lire, e mi disse che c’avevo un cazzo da perdere la testa e che se passavo a Milano lo dovevo andare a trovare per forza. I maschi non mi tirano, preferisco le femmine, ti dico la verità, che ppe soldi una pompa me la faccio fare però. Sei una specie di gigolò, allora? Signorì, mi guardò ridendo, perché non mi fate un massaggio alle spalle, che con il lavoro mi fanno male? Ero a pezzi e volevo fare una doccia e dormire, però la richiesta di Salvo mi piacque……………….. Due to international translation technology this story may contain spelling or grammatical errors. To the best of our knowledge it meets our guidelines. If there are any concerns please e-mail us at: CustomerService@MenontheNet

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Gaetano La mia vita : piacere per le passioni forti, viaggiare, conoscere tanta gente e specialmente tanti uomini, accomunati da un’unica caratteristica: delle nerchie incredibili, che sopravanzassero l’ombelico di almeno dieci centimetri e, a dire la verità, sono stato molto fortunato. Se dovessi mettere in fila tutti i cazzi che ho incontrato si potrebbe andare molto in

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