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Albanesi, Liceali e Una Vendetta

by Star77


Giorgio doveva sempre primeggiare in tutto, a scuola come nello sport, per non parlare delle ragazze. La nostra era una gara, che lui faceva pesare molto perché affermava che io ero uno sfigato mentre lui era bello, bravo, sportivo e non represso. Avesse saputo che il suo migliore amico Roberto, un 19enne iscritto al primo anno di università, era in realtà il mio ragazzo… In effetti, non posso negare che tutte (e tutti) notassero Giorgio: un metro e ottanta di altezza, corpo definito ma non troppo muscoloso, capelli neri ed occhi colore del ghiaccio, già villoso sul petto – quando la moda osannava i depilati, Giorgio era osannato per i suoi peli ricci del petto – ed un pacco consistente. Si comportava da amicone con gli altri tre maschi in classe, mentre io ero il suo bersaglio preferito: diceva che ero frocio, che ce l’avevo piccolo – se lui era sui 18, io lo battevo di due centimetri - ed altre cazzate tipiche del liceale etero che sfotte il più debole. Me ne fregavo, tanto represso non ero, anzi, mi piaceva un casino scopare col mio amore Roberto. A volte mi dava una manata sul culo, altre invece, specie negli spogliatoi, si divertiva a toccarmi il cazzo che diventava duro all’istante. Michele, vedi che sei frocio? Te lo faccio rizzare subito! E sì che con quel cazzone così grande potresti scopare tutte le fighe che vuoi… Giorgio si accorgeva che non reagivo e cercava sempre di farmi imbestialire, non riuscendoci mai. Beh, quasi mai. A fine gennaio fece una cosa che mi fece dapprima sprofondare nel terreno, poi incazzare come una bestia: ebbe la brillante idea di telefonare ai miei genitori dicendo che ero gay, che ci avevo provato con lui e che lui non sapeva che fare. Lo disse pure al preside che non esitò a sospendermi per una settimana. Immaginate la mia rabbia nel vedermi sospeso per una settimana, visitato da uno psicologo più frocio di me due volte la settimana e pure un 6 in condotta sulla pagella del primo quadrimestre, che rischiava addirittura di compromettere la mia promozione! Per non parlare dell’umiliazione di dover tornare a scuola. La depressione del primo momento si era trasformata subito in desiderio di vendetta: per fortuna che sono sempre stato un ragazzo molto positivo e sapevo che Giorgio l’avrebbe pagata, prima o poi. Fu Roberto a darmi l’idea, o meglio, una sua battuta. Ehi Michele, pensa se tra qualche anno lo becchiamo in qualche locale che cerca cazzoni che lo sfondino! Mica bisogna aspettare qualche anno, dissi io. Dai Michele, deve ancora provare i piaceri del cazzo, bisogna aspettare alcuni anni prima che uno come lui se ne accorga, fece lui. Più che alcuni anni, direi alcuni giorni! dissi sghignazzando, mentre nella mia mente si stava profilando il tutto. Non volevo coinvolgere Roberto perché lui avrebbe di sicuro smorzato i toni e la cattiveria del mio piano, mentre io volevo assolutamente punire quel bastardo di Giorgio, e sapevo anche come. Mio padre aveva affittato, pur con mille riserve, un appartamento a quattro albanesi. Il prezzo dell’affitto era piuttosto alto, ma loro erano puntualissimi e il primo del mese pagavano sempre. Di solito andavo io a ritirare la somma, quindi ero anche entrato un po’ in confidenza con loro. Vivere e lavorare in Italia gli piaceva, si erano subito ambientati, ma la difficoltà era un’altra: la mancanza di sesso! Uno, Alesh, era bello, sui 24 anni, castano, alto 180cm, bel fisico, glabro, altri due carini, Sali, di 28 anni, 175, moro, un po’ villoso sul petto, e Henver, di 32 anni, biondo, alto 185, slanciato, mentre il quarto era medio, Aliosha, di 38 anni, 170cm, robusto ma non grosso, moro e villoso, ma a giudicare dal pacco sembrava un toro. Il primo di febbraio passai da loro a prendere l’affitto come il solito, quando colsi al volo le lamentele di Aliosha e Henver a proposito della forzata castità. Gli dissi che se volevano potevano fare del sesso ed anche tanto, ma non sapevo se avrebbero acconsentito a farlo con un mio coetaneo… maschio! Aliosha disse che i froci non li sopportava, mentre Henver disse che una bocca valeva l’altra, purché sapesse farci. Alesh sorrise alla mia proposta e mi chiese i dettagli. Il mio piano aveva trovato parere favorevole, ora si trattava solo di attuarlo. Questo mio amico, un ragazzo molto bello, è etero, però in gran segreto gli piacciono gli uomini, quelli veri, insomma, come voi. Siccome è abbastanza bloccato, deve esser preso con la forza ed obbligato a fare sesso. Non gli piace essere pestato a sangue, sia chiaro però gli piace ad esempio essere legato e costretto a succhiare. Gli piace fare finta di resistere, ma quando fa così vuol dire proprio il contrario, ovvero, scopatemi! Pensate che è ancora vergine di culo, ma attende che sia tutto inondato di sborra. Si potrebbe aprirlo con due dita, o anche con la mano, suggerì Sali, che aveva dita lunghe ed affusolate. Già, così poi possiamo scoparlo meglio, senza tanti problemi, aggiunse Aliosha. Potete scoparlo come volete, l’importante è che gli facciate sentire i vostri cazzi sia in culo che in bocca e che lo dissetiate con la vostra sborra. E’ inesperto, ma ha tanta voglia… di imparare, e non solo!. Detto fatto, mi accordai con loro per la domenica seguente, quando sarebbero dovuti andare nella mia casa in collina, lontana da altre case che avrebbero potuto sentire le urla del caro Giorgio. Già mi pregustavo la scena, che avrei provveduto a filmare con la telecamera: certe cose vanno immortalate alla memoria dei posteri! Il sabato dissi a Giorgio che volevo chiarire con lui alcune cose e che se era libero, l’indomani potevamo parlarne con calma nella mia casa in collina. Sicuramente pensò ‘questo mi dà il culo su un piatto d’argento’, perché subito accettò. Anzi, aggiunse di non dirlo a nessuno, così non saremmo stati disturbati. Ovvero: nessuno lo avrebbe disturbato mentre mi scopava, questo era il suo piano! Peccato che il mio fosse meglio organizzato. Giorgio arrivò verso le 2 del pomeriggio, suonò e Alesh gli aprì. La sua espressione di stupore iniziale sembrò svanire quando ammirò la bellezza di Alesh, risaltata dall’abbigliamento sporco, tipico di chi svolge un lavoro umile. Ciao, tu sei Giorgio vero? Ti stavamo aspettando, vieni, entra, disse Alesh sorridendo. Io… ma Michele dov’è? E tu… Era confuso il fighetto, teso all’idea che Michele non ci fosse ed eccitato per quella presenza. Diede un’occhiata al pacco gonfio dell’albanese e sorrise anche lui. Ma se Michele non c’era, perché aveva usato il ‘noi’? Qualcosa gli sfuggiva, ma ben presto ogni suo dubbio venne fugato dalla realtà: vide altri tre uomini in salone, seduti a bere qualcosa, anche loro vestiti da muratori, insomma coi vestiti sporchi. ‘Forse stanno facendo dei lavori’, pensò, ma di domenica nessuno lavora, nemmeno per il doppio della paga… che stava mai succedendo? Intanto Sali si era alzato e si era avvicinato a Giorgio porgendogli una birra. Osservò il ragazzo, che stava serio. Chissà quante fighette ti girano attorno! esclamò a sorpresa Sali. Giorgio si tranquillizzò, tirando un respiro di sollievo. In effetti, tutte vogliono… beh, vogliono il mio cazzo! La sua spavalderia non lo aveva di certo abbandonato, forse anche per mostrarsi un rude maschio come immaginava fossero gli albanesi, e questo particolare eccitò ancor di più Henver, il cui pacco aveva iniziato a lievitare. Aliosha si sfregò le mani al pensiero del culo vergine. Immagino proprio che vogliano il tuo cazzo, proseguì Sali. A vedere dal pacco sembri anche ben messo, no? Diciotto centimetri, bello grosso, diritto e sempre in tiro, finì lo spaccone, prima di essere spaccato. Vanno bene alla donna, ma l’uomo è più esigente in fatto di cazzi. Vedi, il mio è di ventidue centimetri – e se lo tirò fuori, un trofeo di cazzo, molto grosso, col glande già scappellato – e gli Italiani, i maschi dico, lo vogliono sempre, bocca e culo, culo e bocca. Vogliono sborra, tanta sborra, e io sborro tanto, e loro prendono tutto. Maschi, tsè, quelli non sono maschi, sono puttane, vogliono cazzo come le donne, anzi più delle donne! Giorgio voleva fuggire, ma la vista di quel cazzo lo immobilizzava, un misto di terrore e voglie sessuali represse lo bloccava e non osava nemmeno immaginare cosa sarebbe successo. Nel frattempo Henver aveva tirato fuori il suo arnese e se lo stava menando, mentre anche Alesh si stava togliendo i vestiti per essere più libero nei movimenti. Alla vista del cazzo di Henver, sui 20 cm, Giorgio capì che da lì sarebbe uscito o morto o scopato. ‘Vorrei provare a succhiarne uno, ma qui rischio di essere sverginato da cazzoni enormi!”, pensò, e proprio quando stava per salutartli, Aliosha gli si parò davanti, nudo, col cazzo ritto che puntava al suo inguine. E tu, bel ragazzetto, lo hai mai assaggiato un cazzo? Guarda il mio, è bello grande, 25 cm, e molto grosso, quando questo entra in culo, fa tanto male, ma anche tanto piacere!. Alesh e Sali immobilizzarono Giorgio e lo costrinsero ad inginocchiarsi di fronte a quel totem di dimensioni anormali. Ora ti scopo tutto in bocca, avanti, apri queste belle labbra carnose, prendilo tutto, o ti devo già pestare di botte? Il povero Giorgio si trovò di fronte una cappella molto grossa, rossa come il fuoco, che pulsava più del suo cuore e sentì che la sua mandibola veniva aperta da Alesh che lo imboccava col cazzo dell’amico. Prendi tutto in bocca e succhia, avanti troia, che ti piace. Giorgio iniziò a leccare quella cappella che nemmeno i suoi sogni avevano mai immaginato, ma Alesh gli spinse dentro tutta l’asta e Giorgio sentì un moto di soffocamento, ma era costretto a pompare il cazzo di Aliosha il più in fretta possibile. Nel frattempo Henver lo stava spogliando e gli toccava il cazzo bello duro. La puttana italiana ha il cazzo duro, Aliosha: questa troia vuole davvero tanto cazzo! Giorgio rabbrividì, ma la sua paura era tutta nella sua testa, mentre i suoi sensi erano completamente eccitati da quei quattro cazzi lunghi e grossi che tra poco lo avrebbero scopato in bocca… e forse in culo. Sali, sbattiglielo in bocca tu adesso, che ora mi diverto col suo culo vergine. Aliosha iniziò a frugare il buco stretto di Giorgio, dentro cui non sarebbe passato nemmeno un mignolo. E’ proprio stretto, bisogna rimediare, e si mise due dita in bocca, cosparse di saliva il buco, poi si rimise le dita in bocca e le infilò nel culo di Giorgio. Che fitta profonda avvertì Giorgio! Non poté urlare perché il cazzo di Sali gli arrivava in gola. Aliosha passò a tre dita, poi quattro, mentre il buco si allargava e Giorgio stava lacrimando dal dolore. Inoltre Aliosha spingeva a fondo le dita così da allargare lo sfintere e far rilassare quel buco così ostinato. Ti faccio male eh, puttana? Ora sentirai più male ma anche molto più piacere, col mio cazzo al posto delle dita. Tolse di botto le quattro dita e ci spinse la cappella, ancora più grossa dopo il pompino di Giorgio. Mentre spingeva, il culo mostrava di rilassarsi e il buco si faceva meno stretto, come se Giorgio fosse un adepto della sodomia, visto che ben dieci centimetri di cazzo scomparirono all’improvviso nel suo culo. Inutile dire che Giorgio stesse piangendo, ma alcune sberle di Sali lo fecero ritornare al suo pompino. Ora Aliosha stava cercando di mettergli nel culo gli altri quindici centimetri rimasti, sfondandogli completamente il deretano. E’ vergine, è già tanto se sei entrato, non ce la farai ad entrare tutto, sarebbe come aprirlo in due! disse Alesh. Questa troietta vuole cazzo in bocca e in culo, deve sentirlo tutto se vuole capire chi comanda qui. Lo sfondo col mio cazzo così poi anche voi potete infilarglielo tutto in culo, controbatté Aliosha. Quando entrò completamente, venne di un getto potentissimo, che Giorgio sentì nelle budella, e lo inondò di sborra. Estrasse il cazzo grondante di sborra, mentre ne usciva anche dal buco ormai spanato del povero Giorgio e spostò Sali verso il culo, di modo che lo inculasse anche lui. Avanti troia, puliscimi il cazzo, c’è la stessa sborra che ti ho lasciato dentro il tuo culo e che sta colando fuori. Puttana! Il tuo culo la sputa fuori invece di tenerla. Ma ora Sali te ne darà ancora! Mentre Giorgio ripuliva il cazzo di Aliosha, leccando lo sperma ed ingoiandolo, essendo tenuto per la nuca da tutte e due le mani di Aliosha, Sali era entrato in lui, approffittando dell’apertura provocata dallo sfondamento e della sborra che aiutava la penetrazione. Sali inculò a lungo Giorgio, che nel frattempo dovette darsi da fare di bocca anche con Henver, che gli venne abbondantemente in bocca, e che lo costrinse a bere tutto, e poi anche Alesh, il quale gli sborrò in faccia, obbligandolo a spalmarsi su tutto il viso la sborra appena schizzata. Pure Sali scaricò nel culo di Giorgio, riempiendolo ancora una volta di sborra. Aliosha era di nuovo pronto e volle un pompino dal povero Giorgio, che lo accontentò, ingoiando la gran quantità di sborra prodotta dai testicoli di Aliosha. Anche Henver e Alesh incularono Giorgio, mentre spompinava Aliosha, e nuovamente il suo culo fu riempito di sborra, tanto che le sue cosce e i suoi polpacci ne erano ricoperti. Allora troia italiana, ti è piaciuto vero? E questo è solo l’inizio! Scommetto che sei ancora tutto duro… già, ce l’hai bello grosso, ma qui nessuno te lo succhia, né vogliamo che ti seghi, capito? Tu con noi fai la puttana, non l’uomo, chiaro?, gli urlò Sali, spaventando Giorgio che istintivamente si coprì l’erezione. Il culo gli faceva un male cane, la gola gli bruciava e voleva tanto scappare in bagno ma aveva una paura boia di farli incazzare. Ricordati: sappiamo dove stai, quindi non fare scherzi. Ora vai a casa, lavati e preparati per stasera, gli disse Henver. Stasera… come stasera, volete rifare… questo? Ho il culo in fiamme non ce la farò mai ad essere di nuovo scopato.. Taci puttana! con una sberla Aliosha zittì Giorgio. Vedi Giorgio – spiegò con calma Alesh – stasera noi ti porteremo in un posto dove guadagnerai soldi: metà a te e metà a noi. Ne farai tanti perché sarai l’unico italiano, nessun albanese si fa scopare, quindi tu avrai tanti clienti. Niente botte, niente dolore, solo sesso, divertimento e soldi, mentre gli accarezzava il volto e i capelli. Alle 9 stasera, davanti alla stazione degli autobus, passeremo a prenderti. Per l’una sarai di nuovo a casa. Giorgio nel frattempo si stava rivestendo in maniera automatica, non badando alle sue gambe piene di sborra e ai peli del petto impiastricciati di liquido. Si rivestì tenendo la testa bassa, si diresse verso la porta, li guardò in viso per rifiutare il loro ordine, ma… Va bene, alle 9. I clienti li scelgo o… I clienti sono quelli che pagano, quindi non aspettarti il ventenne fighetto, piuttosto pensa al cinquantenne grasso e pelato. Sono quelli che pagano bene e ti inculano senza storie, gli spiegò Sali. Giorgio deglutì, si rassegnò alla sua sorte e se ne andò. Nel video che ho filmato a insaputa di tutti loro – le microcamere sono un’invenzione fantastica – la sua espressione è sì di rassegnazione, ma anche di malcelato piacere… vuoi vedere che l’idea di farsi sbattere da chiunque per cento carte eccita quello stronzo di Giorgio? La prossima volta vi racconto la sua serata sulla strada… credo che sarà un bravo marchettaro! star77mtl@yahoo.ca 20-11-2001

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Albanesi, liceali e una vendeta

Shqiptarë, gjimnazist dhe një hakmarrje Nga Star77 Perkthyer nga italishtja me lejen e autorit Giorgos i pëlqente gjithnjë që të ishte i pari në të gjitha, si në shkollë ashtu edhe në aktivitetet sportive, për të mos folur për vajzat. Por midis nesh kjo ishte kthyer në një garë, të cilës ai i jipte shumë rëndësi sepse sipas tij unë isha i shëmtuar ndërsa ai ishte i bukur, i zoti,

Albanesi, Liceali e Una Vendetta

Giorgio doveva sempre primeggiare in tutto, a scuola come nello sport, per non parlare delle ragazze. La nostra era una gara, che lui faceva pesare molto perché affermava che io ero uno sfigato mentre lui era bello, bravo, sportivo e non represso. Avesse saputo che il suo migliore amico Roberto, un 19enne iscritto al primo anno di università, era in realtà il mio ragazzo… In effetti,

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